2017/09/21

Strategie di partecipazione

Perché la gente fa quello che fa? Che senso ha ciò che fa? Perché sorride quando sorride ed è triste quando è triste?

La mia risposta è che, nella maggior parte dei casi, la gente cerca di fare cose che affermino o confermino la propria rispettabile appartenenza ad una certa comunità, gruppo o categoria sociale, perché ciò risponde ad un bisogno fondamentale radicato nella psiche di ogni essere umano, che si può chiamare "bisogno di appartenenza e integrazione sociale", o "bisogno di partecipazione".

La gente è contenta nella misura in cui riesce a soddisfare tale bisogno, scontenta e/o disturbata mentalmente quando non vi riesce per molto tempo.

In funzione del bisogno di partecipazione, ogni cosa, ogni possibile azione può essere, e normalmente è, qualificata come più o meno "socialmente corretta", ovvero come dotata di una "valenza sociale" più o meno grande.

Le persone stesse possono essere, e normalmente sono, qualificate come più o meno socialmente corrette, in funzione della correttezza sociale delle loro azioni e preferenze.

I criteri di qualificazione della correttezza sociale dipendono dai paradigmi di interazione e partecipazione caratteristici della comunità di appartenenza, interiorizzati nelle persone sin dalla loro nascita attraverso l'educazione e le esperienze sociali.

Tornando alle domande iniziali, la risposta potrebbe essere formulata come segue: la gente fa quello che fa perché quella è la sua strategia di partecipazione sociale, ovvero il modo in cui, in un dato momento, in una data situazione, ha scelto di partecipare alla società, non avendone trovato uno migliore, tra quelli che conosce, adatto alle proprie capacità e alla propria personalità.

2 commenti:

  1. Questo non spiega la prevalenza delle condotte criminali, negate ma praticate da un vasta categoria di soci. Ci insegnano a non rubare e segue un'istruzione, più difficile da decodificare, che suggerisce il contrario. idem per altre condotte ufficialmente censurabili. Il copione c'è ma non è scritto per tutti. Occorre fare come Jorge per difendere la Biblioteca. Avvelenare le pagine.

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  2. In generale le condotte criminali non prevalgono su quelle non criminali, ma sono minoritarie nella maggior parte dei paesi del mondo. E comunque la mia teoria non afferma che il bisogno di partecipazione sia l'unico o sempre il più forte in un essere umano. Esiste, tra gli altri, anche un bisogno di potenza o dominazione, e molto dipende da come siamo educati. L'educazione può esaltare o inibire un bisogno innato. E' un tema che sto approfondendo in http://www.psicologiadeibisogni.it/

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Blog di Bruno Cancellieri