2017/02/28

La conoscenza spot

Siamo inondati di conoscenze spot, cioè di libri, articoli, discorsi che spiegano qualcosa come se fosse isolata dal resto del mondo e avesse una vita autonoma e autosufficiente, come se fosse illuminata da una luce spot, e intorno al cerchio di luce vi fosse il buio.

La conoscenza spot è dannosa e pericolosa perché dà l'illusione di aver capito qualcosa laddove non ci può essere comprensione se non nel mettere in relazione l'oggetto della conoscenza con il resto del mondo, vale a dire nel porre l'oggetto in un sistema di riferimento nel quale esso ha uno o più ruoli e funzioni rispetto alle altre parti del sistema stesso.

La conoscenza del sistema di riferimento deve dunque precedere la conoscenza di una sua parte, o almeno deve procedere simultaneamente. Come diceva Pascal, non si può conoscere una parte del tutto senza conoscere il tutto e, viceversa, non si può conoscere il tutto senza conoscere le sue parti.

Uno degli errori più comuni che facciamo è sottovalutare la complessità delle cose e dei problemi e uno dei difetti più comuni è l'incapacità di pensare in modo complesso.

2017/02/27

Il web è reale o virtuale?

Il web è una realtà con cui dobbiamo fare i conti, se non vogliamo restare tagliati fuori dalla nuova società e trovarci in svantaggio rispetto a chi ne fa uso per vivere meglio. La nostalgia dei tempi senza web è patetica, anche perché indietro non si può tornare. Il virtuale è reale, come è reale un libro, un film, una musica, una telefonata, una videoconferenza, una laurea presa online, un'operazione chirurgica effettuata a distanza.

2017/02/26

I miei maestri principali


Luigi Anepeta
Edgar Morin
Erich Fromm

Pensieri interni ed esterni, la registrazione del pensiero

Il pensiero può restare un fatto interno alla persona che lo esercita o essere espresso a voce, oppure scritto per poter essere letto e riletto dall'autore o da altri.

Scrivere i propri pensieri è utile, se non indispensabile, per sottoporli ad un esame critico, cioè per valutarne la validità, correttezza, razionalità, applicabilità, pertinenza, opportunità, completezza, e per stimolare ulteriori pensieri utili a completare e/o correggere quelli precedenti.

Il mistero e i pericoli del pensare

Nonostante l'enorme importanza del pensiero, della sua espressione e delle azioni che ne conseguono nelle vicende umane, la maggior parte delle persone pensano senza sapere cosa sia il pensiero, a cosa serva, come funzioni, e senza la capacità di valutare correttamente se i propri pensieri siano giusti o sbagliati, appropriati o inappropriati, utili o dannosi per sé e per gli altri. Non è nemmeno chiaro se il pensare sia un'attività volontaria o involontaria, e chi sia il vero soggetto di tale attività, come pure non sappiamo perché si pensa a certe cose piuttosto che ad altre, cioè chi, come e quando governa e dirige il nostro pensiero e a quale scopo. Solo per fare un esempio, se uno pensa troppo ai propri desideri e interessi e troppo poco a quelli altrui, la collaborazione con gli altri è difficile e il conflitto facile.
Stando così le cose, non dobbiamo stupirci se i pensieri umani spontanei e non sottoposti ad un sano esame critico provocano disastri, miseria, insoddisfazione ed errori per i soggetti pensanti e gli altri.

2017/02/25

Buone intenzioni e buone azioni

Le buone intenzioni non bastano per produrre buone azioni. E' necessario avere anche buoni pensieri, cioè essere capaci di pensare in modo corretto e adeguato alla complessità dei problemi.

Di cosa mi occupo principalmente

Studio la natura umana con un approccio panantropologico e sistemico (che ho imparato soprattutto da Luigi Anepeta e Edgar Morin) e condivido le mie riflessioni mediante il mio blog e Facebook. Inoltre sto sviluppando un sito web (intitolato "Psicologia dei bisogni") per raccogliere in modo organico le cose che apprendo ed elaboro. Il mio obiettivo è suscitare e diffondere interesse per la natura umana esaminata con un approccio pragmatico e utile alla soluzione dei problemi individuali, sociali ed ecologici.

2017/02/24

Perché si legge un libro?

Si legge un libro per imparare qualcosa, cambiare mentalità, confermare e giustificare la propria mentalità, spiare la mentalità altrui, distrarsi, lasciarsi suggestionare, non pensare, obbedire a chi ci ha imposto di leggerlo, farsi ammaestrare, perché altri lo hanno letto, per vantarsi di averlo letto ecc.

Come si costruiscono le rappresentazioni mentali

Attraverso le esperienze e i ricordi (consci e inconsci) delle esperienze, e il loro impatto rispetto ai bisogni primari e al temperamento genetico, e ai piaceri e dolori che ne derivano, si forma ed evolve una mappa cognitivo-emotiva che ci guida nel pensiero e nelle scelte comportamentali. Le rappresentazioni mentali sono l'affioramento alla coscienza, di particolari contenuti della mappa cognitivo-emotiva.

Fisica quantistica e spiritualità

Esiste oggi la tendenza a usare le teorie e le scoperte della fisica quantistica per dimostrare la fondatezza di credenze religiose o pseudoreligiose, ovvero affermazioni di tipo esoterico o spiritualistico.

A coloro che amano credere a tali "conferme" vorrei dire che la scienza non cerca di dimostrare l'esistenza dell'anima o dello spirito, ma serve ad ampliare la conoscenza per la conoscenza e per il progresso tecnologico e civile. Sono i ciarlatani che cercano di dimostrare che le loro narrazioni hanno fondamento scientifico, senza tuttavia convincere chi ha una preparazione scientifica.

Pur essendo ateo, io credo che esistano forze e intelligenze sconosciute e misteriose che ci condizionano e con cui dobbiamo fare i conti, anche se possiamo solo intuirle, immaginarle e non dimostrarle scientificamente.

Io credo che esista uno spirito dell'universo, uno spirito per ogni specie biologica (cioè lo spirito della vita), uno spirito della società e uno spirito dell'individuo, tra loro intricati e interconnessi. Possiamo conoscere questi spiriti soggettivamente, metaforicamente, poeticamente, filosoficamente, religiosamente, intuitivamente, ma è disonesto spacciare questi tipi di conoscenza per verità scientifica.

2017/02/22

Sperare e progettare insieme

In questa società instabile che aumenta la nostra libertà di fare ed essere ciò che si vuole, dove si vuole e con chi si vuole, cresce la solitudine, l'incertezza del futuro e il disorientamento morale. Mai come oggi abbiamo bisogno di sperare e progettare insieme. Oggetto della speranza e del progetto dovrebbe essere un nuovo modo di convivere che rispetti la natura e i bisogni consci e inconsci di ciascuno di noi, in tutto ciò che abbiamo in comune e di diverso. Perciò è indispensabile migliorare la nostra conoscenza della natura umana attraverso la lettura, la ricerca, la selezione, la riflessione, la discussione e la condivisione del sapere scientifico e umanistico riguardante l'uomo nei suoi inseparabili e interconnessi aspetti biologici, sociali e individuali.

2017/02/20

La libertà e il nulla

La libertà assoluta è il nulla. Solo nel nulla ci può essere libertà assoluta. Qualunque cosa oltre il nulla, la presenza di qualunque cosa in uno spazio e un tempo comporta dei limiti rappresentati da quella stessa cosa, proprio perché essa occupa uno spazio e un tempo, e qualunque occupazione costituisce una sottrazione di spazio e di tempo, (quindi di libertà di movimento) a tutto il resto, che potrebbe infatti urtare contro quella cosa. Ogni cosa costituisce un ostacolo, anche se potrebbe costituire uno strumento, un mezzo per superare altri ostacoli, raggiungere obiettivi o luoghi altrimenti inaccessibili.

2017/02/18

L'essenza del Cristianesimo

L'essenza del cristianesimo è il sacrificio umano di Gesù necessario per placare l'ira di Dio (originata dal peccato di Adamo ed Eva) e riaprire le porte del paradiso. Per questo Edgar Morin parla di Dio come "boia".

"Opera del dio della castità, nato da una vergine, generato dallo Spirito di Dio, il vergine Gesù prende su di sé tutta la sessualità del mondo e la riscatta con il suo sacrificio. Riapre le porte dell'immortalità che si erano richiuse sulla colpa del vecchio Adamo. Capro espiatorio volontario dell'umanità, permette con il suo sacrificio la riconciliazione tra Dio e i suoi figli: gli uomini. E in effetti, calmando il furore del padre attraverso il sacrificio del figlio, il cristianesimo paca per sempre la gelosia di Yaweh. Come il velo del tempio, la colpa si strappa nel momento in cui il sacrificio è compiuto. Nell'iconografia cristiana, Dio il Padre diviene allora una specie di Dio-Grande-Padre, paterno e remoto, che trabocca d'amore per il suo figlio martire Gesù di cui è stato il boia. Il figlio Gesù ha espiato per tutti i figli della terra e il Padre Dio può ormai perdonare. Cristo-re è la risposta a Edipo-re. È il vangelo, la buona novella..." [Edgar Morin – L'uomo e la morte]

2017/02/17

Il progetto del tutto

In ogni cellula c'è tutto il DNA dell'individuo. È come se ogni cellula avesse ricevuto il manuale di istruzioni per la costruzione dell'intero corpo e l'indicazione di quale paragrafo del manuale la cellula debba realizzare.

Volendo traslare questo concetto a livello sociale, immaginiamo che ogni individuo abbia il progetto di costruzione di un'intera comunità e l'indicazione di quale parte del progetto esso sia tenuto a realizzare. In tale parte sono specificate, tra l'altro, le possibili interazioni con gli altri individui e la logica con cui esse dovrebbero svolgersi.

Tuttavia il progetto comprende solo le strutture fisse e prevede che quelle variabili vengano aggiunte e modificate durante la vita, attraverso le esperienze.

2017/02/15

Jung sulla solitudine

"La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti, o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili. La solitudine cominciò con le esperienze dei miei primi sogni, e raggiunse il suo culmine al tempo in cui mi occupavo dell’inconscio. Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri." [Carl G. Jung]

2017/02/14

Modelli di appartenenza e autocensura

L'appartenenza sociale si ottiene attraverso la realizzazione di uno o più modelli di appartenenza tipici della comunità di elezione. I modelli di appartenenza, una volta interiorizzati, costituiscono i paradigmi motivazionali dell'individuo, il quale sente un profondo bisogno di realizzare tali modelli, una profonda paura di non riuscirvi, gioia quando vi riesce e sofferenza quando non vi riesce.

I modelli di appartenenza di una certa comunità corrispondono ai ruoli che essa richiede e permette, nel senso che l'appartenenza alla comunità è possibile solo attraverso la personificazione di tali ruoli e nella misura di tale personificazione. Ogni individuo che vuole appartenere ad una certa comunità deve dunque scegliere uno o più di quei ruoli, ovvero modelli, e tende a scegliere i ruoli gerarchicamente più alti o comunque più vantaggiosi che le proprie capacità e inclinazioni gli consentono.

I modelli di appartenenza sono contenuti nella mappa cognitivo-emotiva di ogni individuo, ed hanno un peso relativo molto importante.

L'autocensura (inconscia) agisce in modo che il soggetto attui comportamenti favorevoli alla realizzazione dei modelli di comportamento interiorizzati, ed eviti comportamenti ad essa sfavorevoli. L'autocensura guida il comportamento del soggetto attraverso la generazione di sentimenti ed emozioni appropriati, come la gioia, la sofferenza, la paura, il panico, l'angoscia, l'ansia, l'attrazione, la repulsione, la curiosità, la noia ecc.

2017/02/13

Il bisogno (e il piacere) della conformità e l'ansia da non conformità

Come premessa, io suppongo che il bisogno umano più importante (escludendo quelli di tipo biologico che condividiamo con altri animali) sia quello di appartenenza, in cui includo quelli di integrazione, partecipazione, comunicazione e interazione sociale.

Chi governa la tecnologia?

La tecnologia è troppo importante (nel bene e nel male) per lasciarla in mano ai tecnologi, ai tecnocrati e ai politici.

2017/02/12

Economia dei bisogni umani

Ogni essere umano ha certi bisogni e una certa capacità di soddisfare i bisogni altrui. La convivenza pacifica e soddisfacente tra persone dipende dalla corrispondenza tra i bisogni di ciascuno e la capacità e disponibilità di altri a soddisfarli.

Dalla mappa cognitivo-emotiva di ciascuno dipende la capacità di comprendere i bisogni altrui e la disponibilità a soddisfarli.

Perché detesto il Festival di Sanremo

Sono triste quando tanti gioiscono di qualcosa che a me non piace e che trovo di un livello culturale decisamente basso. Per me è una gioia condividere con altri cose che mi piacciono (sia esteticamente che eticamente), è invece una tristezza non poter condividere ciò che piace agli altri e non a me. L'essere umano (me compreso, ovviamente) ha bisogno di appartenere, condividere e partecipare socialmente (gli spettacoli pubblici servono soprattutto a questo), di conformarsi alle forme di una comunità, ma a volte le differenze di gusti, cultura e sensibilità lo impediscono frustrando tale bisogno, da cui la tristezza, facendo preferire la solitudine ad una partecipazione dissonante.

2017/02/11

Bisogni, paure, mappa cognitivo-emotiva

Cosa basta

Nessuna cosa, persona o idea è sufficiente, nessuna può bastare, se non per il momento.

I miei bisogni vs. quelli altrui

La mia vita è determinata dalle interazioni tra me e gli altri, le quali sono, a loro volta, determinate dai miei bisogni e da quelli altrui, da quanto essi sono compatibili, conflittuali o sinergici, e dalle possibilità di armonizzarli e conciliarli attraverso negoziazioni, accordi e compromessi, tenendo conto del fatto che per soddisfare i miei bisogni è indispensabile la collaborazione altrui.

Perciò è importante conoscere i miei bisogni e quelli altrui, soprattutto quelli inconsci e quelli nascosti.

Esiste la felicità?

La felicità non esiste, ma esistono momenti felici.

2017/02/10

Rotte che non s'incontrano

Quando due persone volano a quote molto diverse, le loro rotte non s'incontrano mai.

Requisiti per comprendere

Spesso consideriamo assurde o false cose che non siamo abbastanza intelligenti, istruiti e sani di mente per comprendere. Tuttavia, se siamo abbastanza intelligenti, istruiti e sani di mente, siamo in grado di capire che certe affermazioni a cui altri credono sono false o assurde. In ogni caso è controproducente dire cose che i nostri interlocutori non sono abbastanza intelligenti, istruiti e sani di mente per comprendere.

2017/02/08

Cos'è la normalità

A parte i significati definiti nei vocabolari, per me "normale", in senso psicologico, è un modo di essere e di comportarsi usuale, comune, ordinario, caratteristico della maggioranza di una popolazione o gruppo sociale, che la maggioranza si sente motivata a imitare e rispetto al quale ha consciamente o inconsciamente paura di differenziarsi, come se, comportandosi in modo troppo diverso dal normale rischiasse di essere emarginata, esclusa, giudicata come immorale, o punita in qualche modo. La normalità è il modello di riferimento del conformismo. Per questo molti sentono il bisogno profondo di essere, o almeno sembrare, normali.

Società come sistema di sistemi

Io vedo la società umana come un sistema di individui intercomunicanti caratterizzati e animati da bisogni, paure, percezioni, visioni, memorie, alleanze, ostilità, aspettative, pretese, gusti, attrazioni, repulsioni, cognizioni, narrazioni, piaceri, dolori ecc. aventi per oggetto e motivo sopratutto altri individui e le loro interrelazioni.

Io vedo ogni individuo, a sua volta, come  un sistema di organi fisici e mentali che reagisce agli eventi che percepisce, e interagisce con altri individui, secondo quanto scritto in un suo sottosistema che io chiamo mappa cognitivo-emotiva, che si forma e si modifica con le esperienze.

Il funzionamento del sistema individuo e quello del sistema società mi sembrano regolati dallo scambio e dalla elaborazione di informazioni a tutti i livelli, da quello cellulare a quello interpersonale, informazioni riguardanti il passato, il presente e il futuro proprio e altrui.

Perché uno dice ciò che dice

Ciò che più importa non è ciò che uno dice o come lo dice, ma perché lo dice, cioè spinto da quali bisogni e a quale scopo.

2017/02/06

Parole vs. fatti

Le parole si interpretano, i fatti si misurano.

Religioni da sostituire

Il mondo non può permettersi religioni che considerano le altre come nemiche, e il proprio popolo come eletto da Dio; religioni che, nei loro libri sacri come la Bibbia e il Corano, istigano al genocidio e a tanti altri crimini (ad esempio, contro gli omosessuali). Per fortuna i più non li leggono o non li prendono sul serio.

Se proprio abbiamo bisogno di religioni dobbiamo inventarne di nuove, in cui non esista la divisione tra "noi" e "loro", tra il vero dio e i falsi dei, e in cui l'uomo non debba punire i peccatori né fare da intermediario tra Dio e gli altri uomini.

Sulla verità (2)

La verità non è ciò che si dice, ma ciò che si fa.

Ritorsioni nella coppia

Quando la persona che amiamo non si comporta come ci aspettiamo, scatta la nostra ritorsione che può essere aggressiva oppure vittimistica. Nel primo caso minacciamo o iniziamo la separazione, nel secondo mostriamo le ferite reali o immaginarie che l'altra persona, secondo noi, ci ha inflitto.

2017/02/05

La morte come ritorno

Forse la morte è il ritorno all'eternità dopo una brevissima pausa.

La politica dei tweet

Il presidente degli USA che disprezza come "ridicola" mediante un tweet (1) una decisione della magistratura è un fatto emblematico della rovina morale che incombe sul popolo americano. E' come se cento anni fa Hitler avesse inviato un telegramma a tutti i cittadini tedeschi per dire che il presidente della repubblica di Weimar è un coglione.

(1) messaggio di testo avente una lunghezza non superiore a 140 caratteri, usato nel social network Twitter

La morte come ringiovanimento

La morte è un ringiovanimento totale, è tornare allo stato prenatale, cioè a ciò che si era prima di nascere, prima ancora di essere concepiti.

2017/02/04

Loriot: das schiefe Bild

Sentimenti vs. emozioni, una differenziazione inutile

Io non credo che sia utile differenziare emozioni e sentimenti. Penso che le emozioni siano particolari forme di sentimenti o viceversa, e che ci sia una interdipendenza tra tali forme. E' vero, si differenziano per intensità, durata, stabilità, ma che serve sapere se un certo moto dell'animo è un'emozione o un sentimento? Entrambi sono importanti e vanno rispettati, esplorati, compresi, discussi.

Elogio dell'incoerenza (2)

L'uomo non è qualcosa di unitario e coerente, ma un contenitore di anime (che io preferisco chiamare agenti mentali inconsci) che spesso si contraddicono. Dovremmo smettere di criticare l'incoerenza, che è uno dei tratti più comuni e genuini dell'umanità, quindi più "umani". Solo gli animali, le piante e le cose senza vita sono più coerenti degli esseri umani.

2017/02/03

Attività e passività

Un essere umano non può essere sempre attivo (nel senso di autogovernarsi) ma ha bisogno di alternare momenti di attività con momenti di passività, nel senso di lasciarsi guidare da agenti o fonti di stimolazione esterni, come uno spettacolo, un capo, un insegnante, un film, un libro ecc. Inoltre ha bisogno di riposare quando è stanco.

Di chi lamentarsi

Vorrei lamentarmi di qualcuno ma sono talmente tante le persone di cui ci sarebbe da lamentarsi (me compreso), che alla fine non mi lamento di nessuno. Volendo proprio lamentarmi, mi lamento di chi si lamenta.

2017/02/02

Shopping come rito di appartenenza

Quando acquistiamo qualcosa ci sentiamo inconsciamente integrati nella società perché riceviamo dal venditore un riconoscimento in tal senso. Infatti lo scambio o commercio di beni o servizi è uno degli scopi della società e una dimostrazione del suo funzionamento.

Ecco perché siamo spesso motivati a comprare anche cose di cui non abbiamo veramente bisogno: perché abbiamo bisogno di vedere confermata la nostra appartenenza ad una società, e l'acquisto di un bene o servizio è un modo per ottenere tale conferma.

Cosa ricordiamo

Noi non ricordiamo ciò che abbiamo realmente visto o udito ma il risultato della nostra elaborazione e valutazione inconscia, cognitiva ed emotiva, di ciò che abbiamo concretamente visto o udito.

In altre parole, ciò che ricordiamo sono le forme e i modelli astratti (cognitivi ed emotivi) che riconosciamo nelle forme concrete che percepiamo e che immediatamente dimentichiamo.

Il cuore della memoria è la mappa cognitivo-emotiva, in cui sono memorizzate le forme e i modelli astratti che siamo in grado di riconoscere, e i possibili collegamenti tra di essi.

La mappa cognitivo-emotiva determina le nostre reazioni automatiche a ciò che percepiamo.

Per concludere, memoria e mappa cognitivo-emotiva sono strettamente legate o sono forse la stessa cosa.

Ne consegue che per cambiare la mappa cognitivo-emotiva occorrono nuove memorie, cioè nuove esperienze con associazioni cognitivo-emotive diverse.

Bisogno di passione

Io credo che l'essere umano, per funzionare, abbia bisogno di passioni, cioè di spinte a fare certe cose, a comportarsi in un certo modo, a cercare certe cose, a costruire, distruggere, legare, sciogliere, scegliere ecc. non secondo decisioni razionali e coscienti, ma per effetto di un sentimento di dovere, necessità, fascinazione, assoluto.

Un essere umano senza passioni è una macchina senz'anima, sentimentalmente morta, non ha uno scopo autentico, ed è soggetto alla volontà di chi si è impadronito della sua mente.

Le passioni non sono sempre evidenti, spesso sono inconsce, nascoste, mistificate, anestetizzate, rimosse.

Una passione può essere costruttiva o distruttiva, per cui, per il nostro benessere e la nostra sicurezza può essere necessario combattere contro le passioni distruttive nostre e altrui, come pure contro l'assenza di passioni, e tale lotta potrebbe costituire essa stessa una passione.

2017/02/01

Perché si parla tanto di Olocausto e poco di altri genocidi

Vorrei cercare di spiegare i motivi per cui l'Olocausto ha un trattamento privilegiato nelle celebrazioni e nelle analisi sociologiche di genocidi, al di là degli interessi degli ebrei.

Secondo me i motivi hanno a che vedere con le condizioni e i modi vicini nel tempo e nello spazio, eccezionali, inusitati, ai limiti dell'assurdo, in cui è avvenuto questo particolare genocidio, che lo rende più eclatante, inquietante e, in un certo senso, istruttivo da un punto di vista di psicologia sociale. Non credo vi sia stato nulla di simile nella storia dell'umanità. Gli elementi eccezionali e rilevanti sono, secondo me:

  • La vicinanza nello spazio e nel tempo rispetto a noi europei. Infatti ho scritto altrove che l'empatia è inversamente proporzionale alla distanza.
  • La comunità ebraica era perfettamente integrata nel tessuto sociale tedesco, sia culturalmente che economicamente.
  • Il genocidio è avvenuto ad opera di uno dei popoli più civili ed istruiti del pianeta
  • Una propaganda a mezzo stampa, radio, cinema e raduni di massa ha convinto milioni di persone che gli ebrei fossero non umani e la causa principale dei problemi economici della Germania
  • Il genocidio è stato consumato mediante un'organizzazione governativa razionale, sistematica, a cui hanno partecipato direttamente o indirettamente, attivamente o passivamente, tantissime persone

Per tali motivi questo genocidio ci (mi) sconvolge molto più di altri più lontani e con attenuanti (di tipo culturale, non morale) più comprensibili.

Blog di Bruno Cancellieri