2016/12/31

Sullo scambio di auguri

Non vedo l'ora che finiscano le feste, e non ricevere più auguri da nessuno, specialmente dalle decine di membri dei gruppi Whatsapp e Facebook a cui sono iscritto, e non sentirmi obbligato a ricambiare. Che vuol dire "buon Natale", "buon anno", "buone feste", "buon compleanno" ecc.? Che vuol dire "ti auguro"? Io mi auguro che tutti (amici ed estranei) stiano bene, che passino una buona giornata ogni giorno dell'anno, che facciano una buona vita. Perché dovrei augurarglielo solo a Natale o a Capodanno, a Pasqua ecc.? E che mancanza di fantasia in tutte queste frasi fatte!

So che scambiarsi gli auguri è un modo per confermare una relazione sociale e recare messaggi sottintesi come "io ho pensato a te, tu per me esisti, sei importante, non ti ho dimenticato". Oppure per dire semplicemente "mi sei simpatico" o "ti voglio bene", cioè "desidero il tuo bene". Ma perché non dirlo esplicitamente, se è vero? E perché dirlo solo in occasione delle feste comandate? E' come se queste occasioni costituissero dei censimenti comunemente accettati in cui le persone si scambiano dichiarazioni di relazione sociale o devozione, più o meno sincere, opportuniste o conformiste.

A volte ho anche il sospetto che si facciano gli auguri per dire "io esisto, ricordati di me, pensa a me".

C'è qualcosa che non mi convince e mi disturba in queste tradizioni.

Con questo non intendo offendere nessuna delle persone che mi hanno fatto gli auguri, e che ovviamente ricambio con affetto. Anzi, con questo scritto intendo spiegare perché io non prendo mai l'iniziativa di fare gli auguri ad alcuno, e che, se non lo faccio, non significa che non voglia loro bene.

Poesia contro la dittatura della ragione

Siamo tutti normalmente schiavi della ragione, che ci obbliga a comportarci in un certo modo, spesso a noi sfavorevole, generando in noi la paura di aver torto, sbagliare, deviare dagli insegnamenti ricevuti, dire o fare sciocchezze, cose mai dette o fatte da altri prima di noi, pazze, irragionevoli, incomprensibili, impertinenti.

Per liberarci da tale dittatura non c'è nulla di meglio che la poesia.

Infatti, il vantaggio della poesia sulla prosa è proprio la sua libertà dalla dittatura della ragione, e ciò che più attrae in un componimento poetico è una certa dose di follia, più o meno nascosta in un'armonia di stimoli verbali.

2016/12/30

Il piacere del movimento e la noia dello stare

La vita comporta continui cambiamenti di stato all'interno di un organismo vivente. Quando non avvengono più cambiamenti di stato, l'organismo muore. Il piacere e il dolore non sono proprietà di stati particolari, ma di particolari cambiamenti di stato.

La felicità non è dunque associata ad uno stato fisso, ma al movimento e al lavoro che producono un certo cambiamento di stato. In altre parole, è nel fare e nel realizzare che si prova piacere, non nel contemplare o nell'usare ciò che si è fatto o realizzato. Si dice infatti che il bello del viaggio non sia la meta, ma il percorso per raggiungerla.

Cose di cui ho bisogno

Ho bisogno di un ostacolo da superare, un nemico da combattere, una sfida a cui rispondere, un padrone a cui ribellarmi, un problema da risolvere, un bisogno da soddisfare.

Una malattia da cui guarire, una minaccia da neutralizzare, una comunità a cui appartenere, un dio a cui obbedire, un premio da vincere, un primato da conquistare, una prigione da cui evadere, un mostro da cui fuggire, un rifugio in cui nascondermi.

Un mondo da esplorare, qualcuno da servire, qualcuno da dominare.

2016/12/29

La musica come strumento di potere

La musica è come una droga leggera che incanta e dà piacere e conforto. Essa viene usata per promuovere emotivamente idee benefiche o malefiche, come l'amore, la fratellanza, ma anche l'indottrinamento religioso e militare. E' perciò anche uno strumento di potere, come la bellezza in generale.

Come dare gioia a qualcuno

Per dare gioia ad una persona, la prima cosa da fare è capire di cosa essa ha bisogno, cosa le manca, e poi, se possibile, cercare di darglielo. Altrimenti, occorre almeno esprimere ad essa riconoscimento per i suoi bisogni insoddisfatti, mostrare comprensione, approvazione, solidarietà.

Sistema dialettico della psiche



La psiche è un complesso sistema informatico biologico, che si differenzia da un computer elettronico soprattutto per la presenza delle sensazioni, tra cui i sentimenti, le emozioni, il piacere, il dolore, la consapevolezza di esistere come entità autonoma separata dal resto del mondo, e la percezione dello spazio e del tempo.

Un sistema è un insieme di parti o agenti che interagiscono per svolgere una funzione che non è presente in alcuno degli agenti stessi, ma è il prodotto dell'interazione. Per questo, il sistema è qualcosa di più della somma delle sue parti considerate separatamente.

Ogni sistema può essere un sottosistema di un sistema di ordine superiore. Il corpo umano è un sistema, come lo è una famiglia, un'organizzazione, un gruppo sociale, uno stato. La stessa biosfera è un sistema, la cui vita dipende dall'interazione delle parti che la compongono.

Un essere umano, o persona, è un sistema composto da varie parti o agenti, ognuno con una funzione particolare, che scambiano massa e energia e informazioni gli uni con gli altri allo scopo di mantenere in vita l'organismo e di permettere la sua riproduzione. Possiamo raggruppare gli agenti che compongono il sistema "persona" in due gruppi: la "psiche" e il "resto del corpo". Tra i due gruppi avvengono continuamente scambi di informazioni nel senso che cambiamenti nella psiche possono causare cambiamenti nel corpo, e vice-versa. Ad esempio, la fame è un bisogno generato dallo stomaco, che determina nella psiche una motivazione alla soddisfazione della fame stessa.

[da continuare]

Pubblicità come prostituzione

In molti messaggi pubblicitari, specialmente fotografici e cinematografici, vedo una forma nascosta di prostituzione illusoria, eticamente peggiore di quella convenzionale in quanto promette qualcosa che sa di non poter mantenere. Mi riferisco soprattutto alle promesse di amore, sesso, prestigio, integrazione sociale.

Sistemi sociali

Ogni essere umano è parte di uno o più sistemi sociali, il che significa che esso interagisce in modo simbiotico con le altre parti di ciascun sistema a cui appartiene (cioè con le altre persone e i loro prodotti), scambiando beni, servizi, informazioni, contatti fisici, intimità.

2016/12/28

Bisogno del bisogno

Ogni essere vivente ha bisogni specifici, cioè caratteristici della propria specie, e può sopravvivere e riprodursi soltanto se quei bisogni vengono soddisfatti. Ciò equivale a dire che un essere vivente ha bisogno di avere dei bisogni e che questi vengano periodicamente soddisfatti. Se in un essere non ci fossero bisogni, o se i suoi bisogni non fossero mai insoddisfatti (il che vuol dire che non sarebbero dei bisogni), non ci sarebbe vita in quell'essere, perché esso non dovrebbe fare nulla per soddisfarli, e non avrebbe motivazioni, né piacere (perché il piacere deriva dalla soddisfazione di un bisogno) né dolore (perché il dolore deriva dalla insoddisfazione di un bisogno).

2016/12/27

Invidia della felicità

Ci sono persone incapaci di godere, che invidiano quelli che ne sono capaci e fanno di tutto per impedirglielo.

La chiave della psicoterapia

La psicoterapia funziona se costituisce un'esperienza di segno diverso da quelle precedenti, cioè se riesce a cambiare la mappa cognitivo-emotiva del paziente in quanto esperienza formativa alternativa.

In tal senso la cosa più importante non è la teoria psicologica sottostante, ma il transfer come processo pratico, per cui il terapeuta deve impersonare l'Altro in modo diverso da come L'Altro è stato percepito e rappresentato dal paziente prima della terapia.

Il terapeuta, attraverso l'interazione col paziente, deve riuscire a fargli cambiare idee e soprattutto sentimenti per quanto riguarda l'Altro, a far nascere in lui la speranza e la fiducia che l'Altro sia diverso e migliore di come lo ha finora conosciuto, più interessante, più attraente, meno pericoloso, e gli faccia venir voglia di stabilire con lui un nuovo tipo di rapporto, più sano e soddisfacente.

Lo studio del terapeuta dovrebbe dunque costituire la palestra in cui il paziente si allena a interagire con l'Altro in modo diverso e più soddisfacente, e il terapeuta deve fare da coach in questa attività.

In molti casi, inoltre, il terapeuta deve sostituire i genitori del paziente in quanto educatori alla vita, cioè ai sani rapporti con gli altri, correggendo il loro operato.

Confondere la parte con il tutto

Tutti i filosofi, tutti gli esseri umani, hanno detto cose buone, miste ad altre inutili o cattive. Purtroppo molti fanno l'errore di considerare tutto buono ciò che è solo parzialmente buono, e viceversa, tutto cattivo ciò che è solo parzialmente cattivo, confondendo la parte con il tutto. Questo errore si chiama idealizzazione e generalizzazione.

2016/12/26

Il potere dell'informazione nella vita di una persona

Può essere sufficiente un bit d'informazione (un "sì" piuttosto che un "no", un "vero" piuttosto che un "falso", una condanna piuttosto che un'assoluzione ecc.) per uccidere una persona. Quel bit può causare un infarto, un suicidio, una decisione tragica per sé e/o altre persone. La psiche è un immenso sistema informativo che elabora continuamente informazioni provenienti dall'esterno e dall'interno e decide azioni volontarie e involontarie (compresa la propria ristruttuzazione e il proprio sviluppo) in base ai risultati delle elaborazioni stesse.

2016/12/20

Atteggiamenti affettivi e appartenenze sociali

Mentre mi guardo intorno ed esploro il mondo, mentre osservo un oggetto, qualcosa dentro di me elabora le conseguenze dei miei possibili atteggiamenti affettivi verso quell'oggetto. Quali implicazioni ci possono essere se quell'oggetto mi piace? E se non mi piace? Se io lo amo, lo adotto, lo uso, lo indosso, lo porto a casa? O se lo disprezzo, lo rompo, lo distruggo, lo butto via? Come reagiranno gli altri? Perché tra loro ci sono alcuni che amano quel tipo di oggetto, altri che lo odiano. Per alcuni quell'oggetto può essere come una bandiera patria, un simbolo della loro appartenenza sociale, per altri può essere come la bandiera o il simbolo di un nemico da combattere, un nemico che vuole la nostra distruzione.

Avere un atteggiamento affettivo verso un particolare oggetto significa quindi affermare la propria appartenenza al gruppo di persone che hanno un atteggiamento simile e la propria non appartenenza al gruppo che ha un atteggiamento diverso. Così, a seconda del gruppo al quale desideriamo appartenere, tenderemo ad avere verso l'oggetto, lo stesso atteggiamento affettivo tenuto dalla maggior parte dei membri di quel gruppo.


Cosa unisce e cosa divide

Ogni opera d'arte o d'ingegno può unire o dividere le persone nel senso che, a seconda dell'atteggiamento che si ha verso di essa, si è uniti a quelli che hanno un atteggiamento simile e divisi rispetto a coloro che hanno un atteggiamento diverso.

Infatti, unisce il comune apprezzamento o disprezzo verso qualsiasi cosa, divide un diverso apprezzamento.

L'arte unisce e divide

L'arte unisce e divide perché è uno strumento di affermazione di un'appartenenza sociale. Unisce coloro che hanno le stesse appartenenze e li divide da coloro che hanno appartenenze diverse.

Due padroni

Io ho due padroni, quasi sempre in lotta tra di loro: il mio bisogno di appartenenza sociale e il mio bisogno di libertà. Quando si affrontano io mi fermo e aspetto che si mettano d'accordo o che uno dei due venga messo a tacere.

Vogliamo essere amati (di H. Soderberg)

Vogliamo essere amati
In mancanza di ciò ammirati
In mancanza di ciò temuti
In mancanza di ciò odiati e disprezzati
Vogliamo suscitare negli altri
Qualche sorta di emozione.
L'anima trema davanti al vuoto
Ed ha bisogno di un contatto
Ad ogni costo.

[H. Soderberg]

2016/12/19

Arti e letterature come strumenti psicoterapici

Arti e letterature, nella loro immensa varietà, hanno diverse funzioni, capacità, effetti, fini, usi. Possono essere usate per soggiogare o liberare, far godere o soffrire, insegnare o confondere, unire o dividere, incantare o svegliare, ingannare o demistificare, attrarre o spaventare, ammalare o guarire.

Arti e letterature hanno la capacità di evocare idee e sentimenti cioè di attivare parti della mappa cognitivo-emotiva dell'osservatore o lettore, simulando percezioni reali. Vedere una persona reale o vedere un suo ritratto, possono infatti attivare le stesse idee e sentimenti.

Qualcuno peggio di noi

Abbiamo bisogno di qualcuno peggio di noi, per non sentirci i peggiori.

2016/12/18

Santità vs. ateismo

In pubertà mi trovai a scegliere tra la santità e l'ateismo. Infatti non potevo essere cristiano senza essere un santo, sarebbe stato incoerente, e siccome la santità mi sembrava impossibile da raggiungere, oltre che non interessante, scelsi l'ateismo.

2016/12/17

Bellezza e potere

La bellezza è anche uno strumento di potere. Per questo i potenti amano circondarsi di cose belle che la gente comune non può permettersi. La bellezza vince e convince, affascina, incanta. Per questo la bellezza è un valore ed ha un costo.

La trasmissione dell'inganno

Quando ero bambino, avevo la sensazione che la gente intorno a me mi ingannasse, mi mentisse, volesse farmi credere cose assurde e impossibili, per farsi gioco di me, per divertirsi altre mie spalle. Ora che sono adulto capisco che quelle persone mi ingannavano davvero, ma non lo facevano volontariamente, né ne erano coscienti, perché esse stesse erano state ingannate, ma non se ne erano mai accorte.

2016/12/16

La lingua della burocrazia

Quando, in un varco della metropolitana, leggo "convalidare il titolo di viaggio" rimango sconcertato di fronte ad una burocrazia incapace di parlare una lingua umana.

2016/12/15

Sistema di sistemi

L'Uomo è un sistema di agenti fisici e mentali, la società è un sistema di esseri umani, dunque un sistema di sistemi. L'unica cosa che resta per me un mistero è l'esistenza del sentimento, cioè del piacere e del dolore, il suo inizio e la sua fine, il suo legame con la vita di ogni essere capace di godere e di soffrire.

Cosa c'è scritto nel DNA

Nel DNA non c'è scritto solo come devono svilupparsi i diversi organi, ma anche come essi devono interagire tra loro e con l'ambiente esterno. Così nella psiche c'è scritto non solo come dobbiamo essere, ma anche come noi dobbiamo rapportarci con le altre persone. Ciò che apprendiamo dopo la nascita sono strategie per realizzare il piano scritto nel DNA.

2016/12/14

La confusione dei sistemi sociali

Mentre in passato l'essere umano apparteneva ad un unico sistema sociale, oggi esso appartiene a più sistemi sociali, può cambiare sistema sociale ed è confuso sulle regole dei sistemi sociali a cui appartiene.

Cosa posso fare

Non posso fare qualsiasi cosa, posso fare solo ciò che gli altri mi permettono di fare, vogliono, accettano, tollerano o sopportano che io faccia.

Un evento emozionante

Una delle cose più emozionanti nella vita di un umano è il cambio della sua posizione gerarchica, o l'illusione di esso.

Il tabù delle gerarchie e della competizione

Il tema della gerarchia in un sistema sociale è spesso censurato e mistificato. Si cerca infatti spesso di nascondere il fatto che esiste una concorrenza più o meno violenta per ottenere e mantenere le posizioni gerarchiche più elevate, cioè per avere più potere, più possedimenti, più autorità, più prestigio, più onore, più stima, più gloria.

Coloro che occupano le posizioni più elevate, e quindi le classi e le persone dominanti in ogni campo, tendono infatti a giustificare in vari modi le loro stesse posizioni privilegiate e non vedono di buon occhio, e osteggiano coloro che le mettono in discussione, le contestano o le sfidano.

Spesso, inoltre, ci sono alleanze tra il potere politico e quello religioso per legittimare e giustificare reciprocamente i poteri stessi, al punto che la contestazione del potere politico può essere considerata un peccato religioso, e la contestazione del potere religioso un reato civile o politico.

Tutta la vita sociale, la cultura e perfino la scienza sono tanto impregnate di lotta per il predominio gerarchico quanto impegnate a nascondere e a negare la lotta stessa e i loro conflitti di interesse.

Risultato è che l'umiltà e la modestia sono considerate virtù e la presunzione e l'arroganza difetti. Tutto ciò serve solo a scoraggiare la competizione, a vantaggio di chi dalla competizione avrebbe da perdere.

Religiosità dei media

Mi trovo in un negozio di giornali e libri. Ogni giornale, rivista, libro, mi pare un oggetto religioso, nel senso che illustra uno stile di vita, forme, norme, valori, gerarchie, una comunità di pensiero e di comportamento. Leggere un certo giornale, rivista o libro, significa confermare la propria appartenenza al sistema sociale da esso rappresentato, e prepararsi ad adeguare il proprio comportamento a quanto in esso contenuto. In altre parole, significa acquisire o confermare una certa identità, un certo modo di essere, e la conoscenza del linguaggio e delle forme per esprimerlo e per interagire con altre persone di simile appartenenza. Hegel diceva che "il giornale è la preghiera del mattino dell'uomo moderno" e nonostante io non ami questo filosofo, credo che in questo caso abbia detto una grande e profonda verità.

2016/12/13

Il codice sociale in ogni individuo

Così come in ogni cellula c'è il DNA del corpo intero, nella mappa cognitivo-emotiva di ogni umano ci sono le regole dell'intero sistema sociale da esso percepito (forme, norme e valori, obblighi, divieti, libertà, gerarchie), nel rispetto delle quali esso interagisce con gli altri appartenenti allo stesso sistema.

Libri di carta vs. e-books

Un libro di carta ha qualcosa in più rispetto ad un libro elettronico. Lo si può possedere, può fungere da amuleto, da simbolo, da ricordo. Riempie lo spazio fisico, è un luogo reale, un compagno di vita. Possiamo guardarlo, toccarlo, annusarlo.Ci commuove. Possiamo stabilire una relazione con esso, che così diventa parte del nostro ambiente, della nostra vita.

2016/12/12

Le regole del gioco di un sistema sociale

Per un essere umano sano di mente è impossibile non far parte di uno o più sistemi sociali, in uno o più ruoli tipici di ciascun sistema. Possiamo solo, eventualmente, scegliere il sistema sociale di cui vogliamo far parte, i ruoli che in esso vogliamo giocare e, in minima misura, contribuire a cambiare le regole del gioco del sistema stesso.

Vedi anche Far parte di un sistema sociale.

Far parte di un sistema sociale (2)

Ogni essere umano è parte di uno o più sistemi sociali, il che significa che esso interagisce in modo simbiotico con le altre parti di ciascun sistema a cui appartiene (cioè con le altre persone e i loro prodotti), scambiando beni, servizi, informazioni, contatti fisici, intimità ecc.

Un essere umano sano di mente non può vivere senza far parte di un sistema sociale, cioè senza interagire con altre persone secondo le regole del sistema stesso. Tali regole sono sono formali e semantiche, cioè consistono in forme, norme, obietttivi, valori e disvalori su cui i contraenti sono d'accordo.

Un incubo

La scorsa notte ho sognato che mi ero iscritto, in locale pubblico, per fare una presentazione, di circa quattro ore, sulla natura umana. Più si avvicinava l'ora d'inizio, più ero pentito di aver preso quell'impegno. Avevo paura di non farcela, ma soprattutto dell'ostilità del pubblico che non avrebbe gradito sentirsi dire come è fatto, come funziona, i suoi difetti, i suoi errori, le sue illusioni, le sue menzogne, i suoi inganni e autoinganni, le sue mistificazioni, le sue nevrosi, le sue paure, i suoi bisogni, la sua stupidità, la sua viltà, i suoi limiti, le sue miserie, le sue colpe, i suoi doveri. Mi sono svegliato sollevato e contento che fosse solo un sogno, ma preoccupato per la mia latente tentazione di raccontare agli altri la mia visione della natura umana.

2016/12/11

Perché parliamo e scriviamo

Il motivo principale per cui tanta gente parla e scrive (anche su Facebook) non è per dire qualcosa di costruttivo e utile, ma per affermare o confermare la propria appartenenza ad una comunità di pensiero e di comportamento. Non importa se il pensiero è bacato o idiota, ognuno pensa come può, e non tutti sono capaci di pensieri intelligenti, complessi e realistici. Ma non importa, perché il bisogno di appartenenza che ci spinge ad esprimerci è fortissimo, è un bisogno primario scritto nel DNA e supera di gran lunga il bisogno di verità e di progresso.

Opinioni vs. realtà

Ognuno vede solo gli elementi della realtà che confermano le proprie opinioni, le quali sono sempre più semplici della realtà stessa. L'errore sta nel credere completa una visione incompleta.

2016/12/09

Libri demagogici

Così come esistono politici demagogici, che dicono al popolo solo ciò che il popolo ama sentirsi dire, esistono libri demagogici, che funzionano allo stesso modo. Sia i primi che i secondi vanno per la maggiore, mente i politici e i libri che cercano di disilludere la gente vengono per lo più ignorati o osteggiati.

"Uniti contro" vs. "uniti per"

Nel referendum costituzionale hanno prevalso le persone unite contro un certo cambiamento, le quali hanno impedito a quelle unite a favore di esso di realizzare il loro obiettivo. Non intendo qui discutere sul fatto che il cambiamento proposto dalla riforma fosse un male o un bene (l'ho fatto ampiamente altrove). Qui osservo invece che il popolo italiano si è quasi sempre dimostrato incapace di unirsi, di organizzarsi, per cambiare o realizzare qualcosa, e quelle poche volte che si è unito, lo ha invece fatto contro qualcosa (ad esempio, cobtro il comunismo, il fascismo, l'ordine, la disciplina, la legalità, la libertà, l'ateismo ecc). Questo, secondo me, è uno dei peggiori vizi del popolo italiano.

Paradossi

Se smetto di cercare comincio a trovare, se smetto di comandare comincio a dominare, se smetto di lottare comincio a vincere, se smetto di pensare comincio a vedere, se smetto di parlare comincio ad ascoltare, se smetto di possedere comincio a liberarmi, se smetto di chiedere comincio a dare, se rinuncio a capire comincio a capire, se rinuncio a cambiare comincio a cambiare.

Cause e rimedi (improbabili) della crisi economica

Se la disoccupazione aumenta la colpa non è dei governi o dei cosiddetti "poteri forti", ma soprattutto del continuo progresso tecnologico che sempre di più sostituisce i lavoratori con computer e robot (aumentando la produttività), e della concorrenza dei paesi più poveri dove si lavora in condizioni di semischiavitù, senza garanzie e con rischi per la salute.

2016/12/08

Vita e informazioni - Per una bioinformatica

Si ha la vita quando le trasformazioni tra massa ed energia in un corpo di qualsiasi tipo sono regolate da informazioni capaci di riprodursi. La principale sede e fonte di informazioni è il DNA; un'altra importante è il sistema nervoso e la psiche in esso contenuta, che è capace di autosvilupparsi.

In filosofia si parla ancora troppo poco dell'importanza delle informazioni per la vita, specialmente per la buona vita, ovvero per la felicità, il piacere e il dolore. In psicologia se ne parla di più. Filosofia e psicologia dovrebbero fondersi in una "bioinformatica", anche in considerazione del fatto che certe informazioni, prodotte da una persona o dal suo ambiente possono ammalare o guarire la persona stessa, o renderla più o meno felice.

A che serve lo scambio di auguri

"Buon tutto a tutti", a molti basta poco, un semplice scambio di auguri, per sentirsi parte dell'umanità.

Politici e poltrone

I politici sono attaccati alla poltrona per definizione. È il loro luogo di lavoro. Cincinnato è un'eccezione. È ingenuo e sciocco accusare un politico di attaccamento alla poltrona.

2016/12/06

Strategie del desiderio

Ognuno desidera essere desiderato ma diverse sono le strategie del desiderio, cioè, per cosa e da chi essere desiderati.

In generale ognuno desidera essere desiderato per ciò che è: la donna vuole essere desiderata in quanto donna, l'uomo in quanto uomo, il bambino in quanto bambino, il commerciante in quanto commerciante, l'operaio in quanto operaio, il maestro in quanto maestro ecc.

Ogni persona ne desidera altre da cui essere desiderata. Perciò, per essere desiderabile da una certa persona, io dovrei desiderarla o farle sperare che io la possa desiderare. Se quella persona non crede che io possa desiderarla, non mi desidererà.

Se una persona mi desidera per ciò che non sono, o che non sono disposto a fare, io non posso desiderarla. Se mi desidera per ciò che sono, posso desiderarla, purché soddisfi certi requisiti, e in particolare che non mi chieda ciò che non sono disposto a darle.

Preghiera

Dio, fammi capire di cosa ho bisogno e di cosa non ho bisogno.

2016/12/05

I comandamenti di Maria Montessori per i genitori

Questi sono i comandamenti che Maria Montessori ha destinato a genitori, educatori ed insegnanti.

I bambini imparano da ciò che li circonda.
Se critichi troppo un bambino, imparerà a giudicare gli altri.
Se elogi regolarmente un bambino, imparerà a valorizzare ciò che lo circonda.
Se dimostri ostilità ad un bambino, imparerà a litigare con gli altri.
Se sei corretto con il bambino, imparerà ad essere corretto con gli altri.
Se umili e ridicolizzi un bambino, diventerà una persona timida ed insicura.
Se un bambino cresce sentendosi al sicuro, imparerà a fidarsi degli altri.
Se denigri spesso un bambino, crescerà con un malsano senso di colpa.
Se accetti regolarmente le idee di un bambino, imparerà a sentirsi valorizzato. Se lo incoraggi nelle sue scelte e nelle piccole imprese di ogni giorno, acquisirà sicurezza in se stesso.
Se il bambino vive in un’atmosfera piacevole in cui può sentirsi utile, imparerà a trovare amore e serenità nel mondo.
Non parlare male di tuo figlio, né quando è vicino a te né quando è assente.
Ascolta sempre tuo figlio e rispondi alle sue domande.
Devi essere disponibile ad aiutare tuo figlio se cerca qualcosa ed essere in grado di passare inosservato se riesce a trovarla autonomamente.
Rispetta tuo figlio anche quando ha commesso un errore. Imparerà a correggersi da solo col passare del tempo.
Parla sempre in maniera gentile e costruttiva con tuo figlio, offrigli sempre il tuo lato migliore.

Fonte: www.scuola.store/comandamenti-maria-montessori-per-genitori/

Il valore dell'utilità

Essere utile e non dannoso a me stesso e agli altri. Questo è il mio ideale, il mio obiettivo, la mia motivazione, il mio bisogno e desiderio, il valore più importante in cui credo. Ma non mi è facile raggiungerlo né praticarlo.

Democrazia e mediocrità

La diffusione di una opinione non è correlata con il suo livello di intelligenza o verità. Una sciocchezza resta una sciocchezza anche se è sostenuta dal 90% di una popolazione. La democrazia, che, nonostante la sua pericolosità, ritengo il sistema di governo meno pericoloso finora sperimentato, affida il potere alla maggioranza della popolazione, cioè alla sua parte più comune, ovvero la più mediocre, non a quella più saggia o eccellente. È sciocco, infatti, pensare, all'indomani di una elezione popolare, che abbia vinto l'opinione migliore solo perché maggioritaria. La voce del popolo non è la voce della saggezza o del buon senso, è solo la voce media del popolo, cioè quella più comune. Detto questo, può anche succedere che, in un referendum, prevalga l'opinione più saggia, ma ciò è aleatorio e indimostrabile.

2016/12/04

Quando gli stolti cominciano a parlare

Diceva Molière: "uno stolto che non dice verbo non si distingue da un savio che tace". Quando lo stolto comincia a parlare mette in mostra il suo livello di intelligenza, le sue lacune mentali e i suoi bias cognitivi.

Verità e falsità

Spesso quello che chiamiamo falsità non è altro che una verità incompleta, insufficiente, inefficace, insoddisfacente.

Il referendum e l'irrazionalità della ragione

La vicenda del referendum sulla riforma costituzionale ha messo in evidenza problemi che vanno ben oltre il quesito referendario e il panorama politico italiano. Si tratta di problemi che riguardano la natura umana, e in particolare il funzionamento della mente. Tre cose mi hanno soprattutto colpito, addolorato e al tempo stesso incuriosito da un punto di vista scientifico:

2016/12/03

Medeo e il Medeismo, una religione razionale

Medeo è il dio Me, il dio che è dentro di me, la natura incarnata in me. È il mio me, cioè la mia persona considerata senza il mio io cosciente. È la parte inconscia della mia persona. Il mio io cosciente è il suo servo e tutore, che ascolta ed esegue la sua volontà, soddisfa i suoi bisogni, lo protegge dai pericoli e lo aiuta a risolvere problemi.

Ogni essere umano ha il suo Medeo.

Giudicare l'incomprensibile

Ci sono persone che credono che tutto ciò che non riescono a capire sia irrilevante, stupido o mostruoso.

2016/12/02

Il bisogno di conservazione di ogni essere vivente

Ogni essere vivente ha bisogno di continuare ad essere ciò che è, cioè di rimanere sé stesso, di non cambiare identità. Ogni volontà è la manifestazione di un bisogno e la volontà principale di ogni essere vivente, e il suo bisogno principale, sono quelli di conservare ed esercitare la propria identità. Perché cambiare identità, cioè personalità, natura, significa morire come un certo essere, e rinascere come un altro e di questo l'inconscio ha paura.

2016/12/01

Il male dell'eccessiva semplificazione

Le cose, specialmente in politica, sono molto più complicate di come vorremmo e di come la maggior parte della gente è in grado di capire. Semplificare eccessivamente una realtà complicata significa renderla falsa. La visione della realtà della maggior parte delle persone è troppo semplice. Per queste persone le cause dei mali della società sono ben localizzate e delimitate. Per me no, e credo che una delle cause dei mali sia proprio l'eccessiva semplificazione della percezione della realtà.

Menu della volontà (verbi fondamentali)

La volontà si esercita scegliendo di agire ad uno o più dei fini espressi dai seguenti verbi: cambiare, conservare, ripristinare, generare, realizzare, produrre, riprodurre, fecondare, sviluppare, comporre, immaginare, ripetere, disseminare, distruggere, obbedire, dominare, istruire, insegnare, guidare, formare, conformare, riformare, correggere, aumentare, diminuire, allontanare, avvicinare, unire, dividere, raccogliere, disperdere, incontrare, trovare, perdere. Tuttavia ognuno di queste azioni viene esercitata per soddisfare qualche bisogno. Non esiste volontà senza bisogno.

Ordine e giustizia

Un ordine ingiusto è meglio che il disordine. Perché non c'è nulla più ingiusto che il disordine.

2016/11/30

L'arte di vivere

L'arte di vivere consiste nel capire cosa e quando è opportuno cambiare, oppure mantenere.

Dialettica mantenimento/cambiamento

La vita è una ricorrente dialettica tra le forze del mantenimento e quelle del cambiamento.

Domande sui cambiamenti

La sera, prima di addormentarmi, sto prendendo l'abitudine di chiedermi: "cosa è cambiato oggi in me o intorno a me? Chi ha voluto e causato questi cambiamenti? Cosa ho fatto affinché avvenissero o non avvenissero? Cosa ho cercato di cambiare o non cambiare in me e intorno a me?"

2016/11/29

Il dilemma fondamentale

Se cambi, rischi. Se non cambi, rischi. Cambiare o non cambiare? Questo è il problema.

Bisogni insoddisfatti e resistenza al cambiamento

Il dramma (e in molti casi tragedia) dell'umanità consiste nel fatto che abbiamo bisogni primari insoddisfatti, per soddisfare i quali dovremmo cambiare strutturalmente mentalità, ma la nostra psiche si oppone ai cambiamenti strutturali e boicotta ogni tentativo in tal senso generando ansia, angoscia, panico e malattie mentali e psicosomatiche, e rimuovendo i bisogni frustrati. L'io cosciente è progressista, ma l'inconscio è conservatore.

2016/11/28

L'io, l'inconscio e il cambiamento

L'io vorrebbe cambiare ma l'inconscio non vuole e boicotta, mediante l'ansia, l'angoscia e il panico, ogni tentativo di cambiamento esistenziale sostanziale.

Il bias cognitivo in sintesi

Ognuno vede solo ciò che conferma le proprie opinioni, e considera irrilevante tutto il resto.

2016/11/27

Governare un popolo

Non sono gli stati che devono essere governati, ma i popoli, e qualsiasi analisi politica che non tenga conto della psicologia del popolo da governare è fallace in quanto insufficiente.

Ridere facilmente

Beati coloro che ridono facilmente perché con la stessa facilità si contentano.

George Gray (da Antologia di Spoon River)

George Gray

I have studied many times
The marble which was chiseled for me—
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire—
It is a boat longing for the sea and yet afraid.

---

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, e io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio-
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

[Edgar Lee Masters]

Lezione di creatività da Teorema di P.P. Pasolini (1968)



Bisogna inventare nuove tecniche – che siano irriconoscibili – che non assomiglino a nessuna operazione precedente. Per evitare così la pueri­lità e il ridicolo. Costruirsi un mondo proprio, con cui non siano possibili confronti. Per cui non esista­no precedenti misure di giudizio. Le misure devono essere nuove, come la tecnica. Nessuno deve capi­re che l'autore non vale nulla, che è un essere anor­male, inferiore – che come un verme si contorce per sopravvivere. Nessuno deve coglierlo in fallo di ingenuità. Tutto deve presentarsi come perfetto, ba­sato su regole sconosciute, e quindi non giudicabili. Come un matto, sì, come un matto. Vetro su vetro, perché Pietro non è capace di correggere – ma nessuno se ne deve accorgere. Un segno dipinto su un vetro corregge senza sporcarlo un segno dipinto prima su un altro vetro. Ma tutti dovranno cre­dere che non si tratti del ripiego di un incapace, di un impotente: bensì che si tratti invece di una decisione, sicura, imperterrita, alta e quasi prepoten­te: una tecnica appena inventata e già insostitui­bile. Oppure cellophane o garza incollati su vetro, e tutto trasparente su un po' di segni che per caso siano riusciti bene sopra un cartone, dopo mille prove penose e mille altri cartoni stracciati.
Nessuno deve sapere che un segno riesce bene per caso. Per caso, e tremando: e che appena un segno si presenta, per miracolo, riuscito bene, biso­gna subito proteggerlo e custodirlo come in una teca. Ma nessuno, nessuno deve accorgersene. L'au­tore è un povero tremante idiota. Una mezza calzetta. Vive nel caso e nel rischio, disonorato come un bambino. Ha ridotto la sua vita alla malinconia ridicola di chi vive degradato dall'impressione di qualcosa di perduto per sempre.

2016/11/26

Cosa ho inventato

Io non ho inventato nulla. Ho solo selezionato, messo insieme e connesso idee altrui che ritengo utili alla soddisfazione dei bisogni umani, a cominciare dai miei.

Reazioni al cambio dei limiti

Come reagiranno gli altri quando mi vedranno cambiare i miei limiti? Come reagirà il mio inconscio, soprattutto quella parte che custodisce tali limiti?

2016/11/25

I maestri della felicità

Chi vuole insegnare agli altri come essere felici, deve prima di tutto dimostrare di esserlo.

Cambiare è morire e rinascere

Cambiare mentalità non è come cambiare abito, casa, amici, lavoro ecc. Cambiare mentalità equivale a morire e a rinascere diversi. L'Uomo ha paura di cambiare perché ha paura di morire e, rinascendo, di non riconoscersi e di non essere riconosciuto dagli altri.

2016/11/21

Testo e contesto della riforma costituzionale

Il contesto della riforma costituzionale non mi piace, ma il testo sì. Al referendum voterò per il testo, non per il contesto. Il contesto cambierà, il testo resterà. Quindi, ammesso che i fautori del NO abbiano ragione nel detestare il contesto della riforma, questo non cambia la mia valutazione del testo, che per me è chiaro e migliorativo rispetto alla situazione attuale. Per questo voterò SI.

2016/11/20

Religione fai-da-te

La religione più diffusa al mondo è la religione fai-de-te, anche detta "pick & mix" (scegli e mescola). Si basa su una delle tante religioni organizzate, di solito quella con cui uno è stato educato o quella prevalente nella propria comunità, e consiste nel prendere da essa solo alcuni elementi, pochissimi rispetto al vasto contenuto dei sacri testi, cioè quegli elementi che uno ritiene non troppo scomodi da rispettare e sopratutto che non lo fanno sentire in colpa. Ad esse si possono poi aggiungere idee personali o prese da altre religioni, tali che, nell'insieme così selezionato e combinato, la propria persona ne esca buona, giusta e saggia.

Siamo tutti vittime e carnefici

Ogni essere umano è in una certa misura vittima dell'incomprensione, dell'egoismo, dell'ignoranza e della stupidità altrui, e a sua volta causa delle altrui sofferenze.

2016/11/19

La natura di una persona

Una persona è un essere definito da diversi aspetti, tra i quali la massa corporea, la forma e la struttura del corpo, le informazioni (codice genetico, bisogni, motivazioni, ricordi, mappa cognitivo-emotiva) sentimenti, energia consumata ed energia prodotta.

La presunzione delle religioni

Le religioni hanno sempre scoraggiato (se non punito) la libera ricerca nelle scienze naturali e ancor di più in quelle umane e sociali, ostentando la presunzione di sapere tutto ciò che è importante sapere sulla natura e sull'Uomo. Per chi pretende di conoscere la volontà di Dio, ogni conoscenza che non rientri in tale volontà è inutile o pericolosa.

2016/11/18

Perle del Catechismo

Permettimi un'autocitazione: "Il paradosso di alcune religioni, specialmente quelle basate sulla Bibbia o sul Corano, è che esse sono compatibili con il vivere civile e la legalità soltanto se non vengono prese sul serio, cioè se non vengono presi in considerazione e applicati molti dei precetti presenti nelle loro sacre scritture."

Se ai bambini in certe parrocchie vengono risparmiate le parti più assurde e pericolose del catechismo, questo conferma il paradosso che ho descritto.

Renzi e la dissonanza cognitiva

Il caso Renzi è un ottimo esempio per spiegare il fenomeno della dissonanza cognitiva. Per molti molti italiani che lo considerano malvagio, l'idea che Renzi possa fare qualcosa di buono per l'Italia e che ci riesca acquistandone dei meriti, determina nelle loro menti una situazione di stress psicologico tale che, per risolverla, le loro menti negano a priori la bontà del suo operato oppure cercano in esso, e immancabilmente trovano, motivazioni e ricadute malvagie.

2016/11/17

Sulle differenze di opinione

Mi è passata la voglia di discutere nel merito del referendum costituzionale, mi sembra un dialogo tra sordi dove ognuno vede solo gli argomenti che vanno a favore della sua scelta o assegna loro il peso maggiore e considera trascurabili gli argomenti opposti. Quello che non finisce di meravigliarmi, anche se ormai è una cosa a cui sono abituato, è il fatto che persone di elevata cultura, istruzione e intelligenza abbiano opinioni così diverse su un tema chiaramente definito, come la riforma costituzionale. Questo fatto, secondo me, la dice lunga sulla nostra ignoranza sulla natura umana e mi induce ad un amaro pessimismo sul futuro dell'umanità.

L'impero del DNA

Non si può chiedere ad un cane di comportarsi come un uomo, o viceversa. Ognuno deve obbedire al suo DNA.

Omofobia e criminalità di S. Agostino

Nel libro III delle Confessioni, Agostino scrive: "Si devono detestare e punire dappertutto e sempre i vizi contrari alla natura, per esempio i vizi dei sodomiti, che se pure tutti i popoli della terra li praticassero, la legge divina li coinvolgerebbe in una medesima condanna per il loro misfatto, poiché non ha creato gli uomini per fare un tale uso di se stessi."

E' un'esortazione a detestare e punire gli omosessuali. Secondo la legge italiana attuale è un reato.

Che io sappia, la Chiesa Cattolica non ha mai ufficialmente criticato S. Agostino né questo genere di pensieri, né li ha considerati superati. Se è così, essi rappresentano dunque ancora oggi la dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica.

S, Agostino è ancora santo nonostante i suoi pensieri criminali.

Le discussioni sul referendum sono un test psicologico

Il buono delle discussioni su questo referendum è che in queste occasioni, dove bisognerebbe usare la razionalità, le persone mettono a nudo il loro livello di intelligenza, le loro conoscenze e ignoranze, e i loro bias cognitivi. E' così che persone di cui si aveva una certa stima appaiono sotto una luce nuova che fa mutare il giudizio, e persone di cui non si sapeva molto acquistano una connotazione positiva o negativa. Questo referendum vale più di tanti testi di psicologia. E' esso stesso una specie di test psicologico.

Limiti delle mappe cognitivo-emotive

Siamo tutti caratterizzati e limitati dalle nostre mappe cognitivo emotive (MCE). Perciò da una persona non possiamo aspettarci comportamenti diversi da quelli consentiti o richiesti dalla sua MCE, cioè incompatibili con essa.

Nessuno è libero né capace di pensare, capire o fare qualsiasi cosa. Ognuno è infatti limitato dalla sua MCE. Quando interagiamo con una persona è bene dunque chiederci quali siano i limiti della sua MCE e se le cose che vorremmo dirgli o proporgli di fare sono compatibili con essa.

2016/11/15

Haiku 2016-11-15

Finché ti appartengo
e tu a me
non siamo soli.

2016/11/14

Decantazione delle idee

Perché un'idea diventi efficace, essa deve essere decantata, cioè deve passare nella memoria a lungo termine e poter agire inconsciamente. Solo così può eercitare efficacemente la sua azione combinatoria insieme ad altre idee già decantate o in via di decantazione.

Essere, appartenere e i limiti della libertà

Ogni appartenenza ha le sue regole, cioè i suoi obblighi e divieti formali e sostanziali, che non sono altro che limitazioni della libertà del soggetto. Malgrado ciò, o forse grazie a ciò, l'Uomo non può fare a meno di appartenere a qualcuno o qualcosa, e ha giustamente paura della libertà assoluta perché questa corrisponde al nulla, all'indifferenziato, alla morte.

2016/11/13

Religioni paradossali

Il paradosso di alcune religioni, specialmente quelle basate sulla Bibbia o sul Corano, è che esse sono compatibili con il vivere civile e la legalità soltanto se non vengono prese sul serio, cioè se non vengono presi in considerazione e applicati molti dei precetti presenti nelle loro sacre scritture.

Killing the Buddha (by Sam Harris)

Un lucido esame critico delle religioni e del buddismo in particolare.

http://www.samharris.org/media/killing-the-buddha.pdf

How to medidate (by Sam Harris)

https://www.samharris.org/blog/item/how-to-meditate

https://www.samharris.org/podcast/item/mindfulness-meditation

http://marc.ucla.edu/body.cfm?id=22&oTopID=22 

http://www.samharris.org/media/killing-the-buddha.pdf

L'arte come strumento di soggezione

L'arte sacra dimostra come la bellezza possa essere usata efficacemente per soggiogare le menti delle persone.

Questo pensiero mi è venuto oggi, quando in una bellissima chiesa di Monaco (Heilig-Kreuz-Kirche), ho assistito per caso ad un battesimo. La chiesa era vuota, tranne per il gruppo dei prtecipanti al battesimo. L'unica persona ragionevole era la neonata che piangeva. Gli altri erano felici di affidare alla madre chiesa il cervello di quella creatura perché ci scrivesse le stesse cose che erano state scritte nel loro.

2016/11/12

Per una strategia sociale ed esistenziale

(1) Ho bisogno di qualcuno. (2) Potrei essere utile a qualcuno. (3) Per poter interagire pacificamente e cooperativamente occorre rispettare protocolli di comunicazione e interazione condivisi. Su questi assiomi si fonda la mia strategia sociale ed esistenziale.

Paura del libero arbitrio, di noi stessi, di impazzire

Non possiamo esercitare liberamente e impunemente il libero arbitrio perché la psiche, che teme di essere cambiata, è sua nemica e si difende da esso con l'angoscia e il panico.

Potremmo infatti finire per aver paura di qualcosa di incontrollabile che agisce dentro di noi e che potrebbe comportarsi in modo pericoloso per la nostra persona, fino a causarne la follia o la morte per suicidio o incidente.

Essere i primi a pensare una cosa completamente nuova e al di fuori del lecito può essere angosciante. Potremmo credere di non essere più umani. Ma se qualcuno quella cosa la pensa e la dice prima di noi, ciò ci rassicura.

2016/11/11

Dividere l'individuo

Suppongo che ogni essere vivente, compresi gli umani, sia un sistema (cioè una rete) di interattori, cioè un insieme di agenti che interagiscono tra loro e con l'ambiente esterno. Suppongo che l'io cosciente sia uno di questi. Suppongo inoltre che ogni agente sia a sua volta costituito da un certo numero di interattori di ordine inferiore, fino al livello cellulare e molecolare.

Suppongo che possa essere utile percepire noi stessi e gli altri non come entità indivisibili (individui) ma come insiemi di interattori di vario ordine, come ad esempio l'io e il me, che io chiamo metaforicamentte il genitore e il bambino. Credo che il concetto di individuo (che etimologicamnete significa non divisibile) non corrisponda alla realtà in quanto un essere umano, come ogni altro essere vivente, è in realtà costituito da insiemi di agenti, anche se essi, pur essendo dotati di vita propria e di autonomia, non possono sopravvivere separatamente, avendo bisogno l'uno degli altri.


Vedi anche Io sono due (due in uno), Il bambino in corpo (l'io e il me), I rapporti tra il mio me e i me altrui, Dimensioni della realtà e meditazione sinottica.

2016/11/10

In aeroporto

Parto portando con me l'importante. In aeroporto a nessun partente importa ciò che porto, né a me ciò che portano gli altri partenti.

Poesia come psicoterapia

La poesia è anche una forma di psicoterapia con cui il poeta si cura.

Io sono due (due in uno)

Io sono due: Brunello e Brunone, il bambino e il genitore, ma paradossalmente il secondo è generato dal primo per fargli da servo, guardia e tutore. Due in uno. Da quando l'ho capito non mi sento più solo, né inutile.

Viaggiare con le parole

Qualsiasi parola può essere usata come punto di partenza per un viaggio infinito, attraverso analogie, affinità, sinonimi, contrari, assonanze, cause ed effetti, conseguenze logiche, provocazioni, stimoli, incanti, ricordi, domande ecc.

2016/11/08

Il bambino in corpo (l'io e il me)

Suppongo che in ogni essere umano si nasconda il fantasma di un bambino più o meno frustrato, timido, vile, egoista, capriccioso, geniale, curioso, aggressivo, tenero, affettuoso, cocciuto, ignorante, bugiardo, violento, lascivo, arrogante, petulante, disobbediente, impaziente, ribelle ad ogni educazione e cambiamento, che tiranneggia il suo portatore scatenando in lui sentimenti, emozioni, paure, entusiasmi, disperazioni e pulsioni irresistibili. Un bambino con cui è impossibile ragionare e che è disposto a venire a patti solo alle sue condizioni. Per ottenere qualcosa da lui c'è un unico modo: promettergli, in cambio, di soddisfare un suo desiderio e mantenere la promessa. Ignorarlo o deluderlo è pericoloso, perché è vendicativo e capace di punire il suo portatore con sofferenze e malattie anche gravi, e di inibire la sua intelligenza.

Solitudine ed egoismo

Esiste un rapporto di causa-effetto tra egoismo e solitudine? Credo di sì, anche se credo che la solitudine abbia anche altre cause, prima fra tutte l'ignoranza.

Tra egoismo, ignoranza e solitudine esiste un rapporto di causa-effetto reversibile, nel senso che, non solo l'egoismo e l'ignoranza causano la solitudine, ma, a sua volta, la solitudine è causa di ignoranza e di egoismo.

Per farla breve, siccome la solitudine è normalmente insopportabile, per evitarla conviene essere altruisti e interessarsi alla cultura intesa come conoscenza degli altri.

Vedi anche Chi soffre di solitudine?, Perché chi è solo è solo? Le ragioni della solitudine, Solitudine e compagia, Tutto per gli altriIl bisogno di interazione sociale - Interazionismo strutturale, Importanza della condivisione, Normalità della solitudine,  Bisogni umani e selezione/competizione sociale

2016/11/07

I rapporti tra il mio me e i me altrui

Quando si parla di rapporti umani occorre intendere esattamente tra chi e chi, considerando che ogni essere umano ha una parte conscia (l'io) e una inconscia (il me).

Infatti, il rapporto tra me ed una persona x è scomponibile nei seguenti rapporti, ognuno dei quali è bidirezionale :

  • tra il mio io e l'io di x
  • tra il mio io e il me di x
  • tra il mio me e l'io di x
  • tra il mio me e il me di x
  • tra il mio io e il mio me
  • tra l'io di x e il me di x

Dimensioni della realtà e meditazione sinottica

[BOZZA]

Ai fini della conoscenza e del benessere, suppongo che la realtà, dal punto di vista di un individuo della specie umana, sia scomponibile in diverse dimensioni interconnesse e interdipendenti, alcune delle quali non possono esistere separatamente, ma solo insieme ad altre. Per esempio, la fisica relativistica ci insegna che lo spazio e il tempo dipendono l'uno dall'altro, e infatti per misurare l'uno si usa l'altro. Altro esempio: l'essere umano non può esistere senza la società, e viceversa.

2016/11/06

The 10 Commandments of Logic

  1. Thou shalt not attack the person’s character, but the argument. (Ad Hominen fallacy)
  2. Thou shalt not misrepresent or exaggerate a person’s argument in order to make them easier to attack. (Straw Man fallacy)
  3. Thou shalt not use small numbers to represent the whole. (Hasty Generalization fallacy)
  4. Thou shalt not argue thy position by assuming one of its premises is true. (Begging the Question fallacy)
  5. Thou shalt not claim that because something occurred before that it must be the cause. (Post Hoc/False Cause fallacy)
  6. Thou shalt not reduce the argument down to two possibilities. (False Dichotomy fallacy)
  7. Thou shalt not argue that because of our ignorance the claim must be true or false. (Ad Ignoratum fallacy)
  8. Thou shalt not lay the burden of proof onto the person who is questioning the claim. (Burden of Proof Reversal fallacy)
  9. Thou shalt not assume that “this” follows from “that” when there is no logical connection. (Non Sequitur fallacy)
  10. Thou shalt not claim that because a premise is popular that it must be true. (Bandwagon fallacy),

The ten commandments of the ethical atheist

1. Thou SHALT NOT believe all thou art told. Humans are generally very gullible. We believe are sorts of false statements, stories, reasoning, etc. We even continue to believe falsehoods after they have been proven untrue. History is full of amazing hoaxes often supported by religion and the teachings of the Church (see Science, Truth and the Church) or by others seeking power, popularity or fortune. We have been told the Earth was flat and has four corners which, if not careful, we may fall off. We have been told that the Earth is the center of the Universe. We have been told that sky if a fixed, firm structure to which the sun, moon and stars are affixed. We have been told that personalities and future events are predictable using astrology, card reading, crystal balls and palm reading. We have been told of prophecies by Nostradamas. We have been told of speaking with the dead, the dead rising, life after death, reincarnation and bending spoons, to name only a few. We must be more skeptical in what we are told, what we read and what we are exposed to through the various forms of broadcast media. When exposed to something new, do NOT accept what you hear without facts to support it. There are other agendas at work in your deception. You must always be on guard to protect yourself and your knowledge.

2016/11/05

Scopo della psicoterapia

Secondo me, lo scopo di una psicoterapia dovrebbe essere quello di modificare le reazioni automatiche cognitive ed emotive ai vari stimoli percettivi, in modo che esse siano più utili alla soddisfazione dei bisogni primari del soggetto nel medio e lungo termine. In altre parole, la psicoterapia dovrebbe migliorare la mappa cognitivo-emotiva del soggetto, creando nuove associazioni di idee e di emozioni e neutralizzando o correggendo quelle disfunzionali.

2016/11/02

Sulla verità

Prendiamo due elettori americani, uno pro Trump e uno pro Clinton, ognuno pensa che l'altro sia stupido e/o cattivo e/o ignorante perché vota per il candidato sbagliato. Qual'è la verità? Uno dei due ha ragione? Hanno entrambi ragione? Hanno entrambi torto? È possibile stabilire chi abbia più ragione? Esiste una verità in tale contesto? Ognuno pensa di essere nel vero, ma se la verità non esiste sbagliano entrambi. Oppure la verità esiste, e uno dei due pensa il vero, ma nessuno può saperlo. Come stanno veramente le cose?

Sul conservatorismo della cultura accademica

Suppongo che la cultura accademica, per quanto riguarda le scienze umane e sociali e specialmente la filosofia e la psicologia, sia raramente rivoluzionaria o progressista, perché è obbligata a fare gli interessi della classe che la finanzia, cioè della classe dominante, la quale non vuole essere sostituita da una classe con idee più avanzate o radicali che potrebbero cambiare l'ordine sociale, la distribuzione delle ricchezze e i privilegi caratteristici dello status quo.

2016/11/01

Somewhere over the Rainbow - Israel "IZ" Kamakawiwoʻole

Dire (tutta) la verità fa perdere le elezioni

La politica sarà sporca finché le persone oneste eviteranno di sporcarcisi le mani e la lasceranno in mano ai disonesti. Un altro motivo è che la gente comune, specialmente in Italia, non è in grado di giudicare se una politica è buona o cattiva per il bene comune, ma la giudica in relazione ai propri interessi individuali o di categoria. Così, il giorno delle elezioni vengono preferiti i candidati più abili non nel governare, ma nel far credere di essere migliori degli avversari, quelli che fanno promesse irrealizzabili e discorsi semplicisti, demagogici e populisti a cui la gente crede perché sono semplici e danno agli altri la colpa dei mali della società, deresponsabilizzando gli elettori stessi. La verità è troppo complicata per la gente comune e per questo è impopolare. In democrazia fa perdere le elezioni e i politici lo sanno benissimo

Coscienza, pensiero, attenzione, interazione, meditazione, collage mentale, meditazione auditiva

Nella mia concezione della natura umana, l'io cosciente è la sede della coscienza, del pensiero, della percezione di forme, sentimenti ed emozioni, e della volontà. Esso può essere sveglio (cioè attivo), dormiente (cioè inattivo) o trovarsi in uno stato ibrido (cioè semi-attivo ovvero semi-dormiente). L'io cosciente è ciò che resta della psiche se si esclude l'inconscio e i suoi processi, cioè se si esclude il "me" (nella terminologia di William James e George H. Mead).

Cosa non piace alla gente

Alla gente non piace ciò che non capisce, che la spaventa o che si oppone ai propri interessi, alla propria autostima o alla propria comunità, oltre a ciò a cui è allergica per natura o educazione.

Corpo delicato

Dove vai con quel corpo delicato
Sempre in cerca di carezze
Sempre attento a non ferirsi,
e a non farsi bruciare dal sole?
Forse qualcuna quel corpo
lo vorrebbe così com'è.

2016/10/30

L'uomo è un animale dialettico

L'Uomo è un animale dialettico perché ha bisogni antitetici come: servire ed essere servito, conformarsi e differenziarsi, competere e cooperare. Saggio è colui che sa riconoscere, conciliare, armonizzare e soddisfare questi opposti.

Contro di me

Qualsiasi cosa io dica o faccia, non dica o non faccia, può essere usata contro di me.

Chris Rea - Long Is The Time, Hard Is The Road

2016/10/29

Verità, opinioni, conflitti e bias cognitivo

Esprimere apertamente un'opinione su un certo tema può facilmente dar luogo a conflitti, a livello personale, con coloro che su quel tema hanno un'opinione diversa, ovvero che ritengono quella opinione falsa, inaccettabile o disturbante. Questo avviene specialmente con opinioni che hanno a che fare con il comportamento umano e, in particolare, con l'etica, i costumi sociali, le religioni, le filosofie e la politica.

2016/10/28

Una differenza tra la donna e l'uomo

Una importante differenza tra la donna e l'uomo: raramente una donna si concede sessualmente ad una persona dell'altro sesso senza pretendere qualcosa in cambio, come ad esempio fedeltà, protezione o beni materiali o immateriali; un uomo, invece, lo fa normalmente.

Superiorità e antipatia

Il motivo per cui chi mostra le proprie inferiorità ci è simpatico e chi non nasconde le proprie superiorità ci è antipatico, è che la superiorità degli altri ci inquieta, così come la loro inferiorità ci rassicura.

Vedi anche:
The charm of vulnerability
How to talk about yourself

Intorno alla leggerezza

Collegamenti


Italo Calvino, lezione sulla leggerezza
Roma vista dal drone
Vivere con più leggerezza (audio di Laura Campanella)

Aforismi


"... l'agile salto improvviso del poeta- filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d'automobili arrugginite." [Italo Calvino]

2016/10/27

Il problema del cambiamento personale

Credo che qualsiasi cambiamento di una persona abbia un impatto più o meno grande, favorevole o sfavorevole, nella vita di una o più altre persone e, il più delle volte, è favorevole ad alcuni e sfavorevole ad altri.

Per questo ogni cambiamento personale è, secondo me, problematico e anche per questo l'essere umano è poco propenso a cambiare, o ha una paura conscia o inconscia di farlo. Non parlo di cambiamenti esteriori come cambiare pettinatura o abito, ma di cambiamenti nel comportamento, soprattutto se riguardano una crescita personale, una responsabilità, una posizione politica, filosofica, etica o religiosa, lo stile di vita o interessi culturali.

Per esempio, la crescita personale di una persona, cioè una maggiore conoscenza, cultura, indipendenza intellettuale, libertà da condizionamenti, intelligenza, assertività, status sociale, può dare fastidio a coloro non beneficiano di tale cambiamento e si ritrovano sfavoriti nel confronto con chi è cresciuto più di loro. E' come se il loro status sociale fosse diminuito. Infatti lo status sociale di una persona è sempre relativo a quello altrui, e se quello di uno sale, quello altrui scende più o meno. Nello status ciò che conta è la differenza tra le persone.

Per concludere, chi intende cambiare nel senso di una crescita personale, deve tener conto del fatto che il suo cambiamento sarà probabilmente sgradito a qualcuno.

2016/10/26

Il bisogno (e il piacere) di ubbidire e servire, comandare e dominare

Io suppongo che tra i bisogni umani (innati e acquisiti) ci siano anche quelli di ubbidire e servire, e quelli di comandare e dominare. Si tratta di bisogni che sono spesso oggetto di disprezzo, censura, mistificazione e rimozione in senso psicoanalitico. Tuttavia essi agiscono anche quando non vengono riconosciuti e la loro insoddisfazione genera stress, ansia e altri disturbi psichici e psicosomatici.

2016/10/25

La fede e i suoi benefici

La fede è uno stato mentale in cui si è convinti che qualcuno o qualcosa (idea, comportamento, pratica, formula, procedura, disciplina, regola, metodo, credenza, tradizione, filosofia, religione, ecc.) ci procurerà un bene. È un'aspettativa di bene e, come tale, procura piacere. Vale a dire che anche la fede in qualcosa di assurdo può farci sentir bene (c'è una differenza tra sentirsi bene e star bene). La fede è dunque, per definizione, un placebo, che in latino significa letteralmente, appunto, "piacerò".

Chi vuole cambiare?

La gente non vuole cambiare ed è disturbata da chi le chiede di farlo.

2016/10/24

Desiderio 20161024

Guardare la realtà con serenità, senza aspettative negative, senza pregiudizi, pronto a cambiare idee ed emozioni su tutto.

Domande sulla attitudine di una persona a interagire con altri

Data una persona x:

  • Con chi x {è / non è} disposto a interagire?
  • In quali modi, ruoli, limiti, regole, condizioni x {è / non è} disposto a interagire?
  • Quanto è soddisfatto il bisogno di x di interagire?
  • Quali tipi di interazione x sta {cercando / evitando} e con quali tipi di persone?
  • Di quali tipi di interazione x ha bisogno e con quali tipi di persone?
  • Con quali persone x ha interagito in passato (sin dall'infanzia)?

Una nuova piramide dei bisogni umani

In alternativa o aggiunta alla famosa piramide di Maslow, propongo questa, basata sulla mia psicofilosofia dell'autogoverno di cui potete leggere in Manuale di autogoverno.


Realtà e spiegazioni

Ci sono cose nella realtà che la gente chiama con nomi diversi credendo che si tratti di cose diverse. Ci sono stati psicoanalisti a loro insaputa, come ad esempio Nietzsche, che hanno ispirato gli psicoanalisti propriamente detti. Non mi preoccuperei di definire i campi accademici precisi nei loro confini per definire un concetto. Quello che conta sono gli effetti e gli affetti. Le spiegazioni possono essere più o meno scientifiche e basate su discipline intellettuali diverse ma a volte una spiegazione meno scientifica può essere più efficace e utilizzabile, ai fini pratici, di una scientificamente più rigorosa.

2016/10/23

Desiderio 20161016

Vorrei restare sereno e socievole anche di fronte a persone che non mi piacciono o mi disturbano.

2016/10/22

Inferiorità, moralismo, misantropia, antipatia

Inferiorità, moralismo, misantropia, antipatia. Potrebbe essere una catena di cause ed effetti. A partire da una inferiorità oggettiva o percepita, possiamo diventare moralisti per cercare di arginare la prevaricazione dei forti sui più deboli o per compensare una inferiorità fisica o sociale con una morale o intellettuale. Dal moralismo è facile passare alla misantropia dato che quasi tutti gli esseri umani si comportano egoisticamente e ingiustamente nei confronti del prossimo. E il moralista e il misantropo si rendono fatalmente antipatici agli occhi delle persone che condannano o disprezzano direttamente o indirettamente.

Cosa pensano veramente gli altri di noi?

Cosa pensano veramente gli altri di noi? Non possiamo mai saperlo con certezza perché difficilmente qualcuno ci dirà sinceramente quello che pensa di noi. Infatti, quando diciamo a qualcuno ciò che pensiamo di lui mentiamo per non ferirlo o per evitare che si comporti in modo a noi sfavorevole.

Il desiderio dell'altro

Ognuno desidera essere desiderato da qualcuno per qualche motivo.

Chi desidera chi è perché?

Perché si desidera una persona? Per far sì che ci desideri, che ci serva, che ci dia qualcosa in cambio della nostra presenza o cooperazione.

Chi non desidera chi è perché?

Perché non si desidera una persona? Perché si pensa che quella persona non ci desidera, che non possa o voglia darci nulla, che non abbia nulla da darci, o che possa nuocerci.

[da continuare]

Razionalità e semirazionalità

Razionalità è la capacità di analizzare un tema o concetto, cioè di dividerlo nei suoi componenti (visibili o intuibili), di esaminare le funzioni e caratteristiche di ciascuno di essi, e le loro relazioni e interazioni.

La semirazionalità è una razionalità lacunosa, dove alcuni componenti e/o alcune relazioni e interazioni tra di essi sono ignorati, trascurati o minimizzati. Il motivo di tali lacune è da ricercare nell'ignoranza o nei meccanismi di difesa inconsci della psiche, che mirano ad evitare di scoprire una realtà in cui il soggetto risulta inadeguato rispetto al sistema di valori della comunità di appartenenza o indegno del potere o prestigio raggiunto.

La paura della virtù

L'intelligenza di una persona disturba i meno intelligenti perché li fa sentire tali. Lo stesso vale per altre virtù o capacità, come la generosità, la conoscenza, il coraggio, l'eleganza, la laboriosità, la responsabilità, la razionalità ecc. Il contrario vale per molti difetti o incapacità. Infatti, ad esempio, la stupidità di una persona piace ai meno stupidi perché che li fa sentire tali. Questa è anche una chiave dell''umorismo.

2016/10/21

Il bisogno di essere desiderati

Credo che uno dei bisogni umani più importanti (dopo quelli affini ai bisogni animali) sia quello di essere desiderati, al quale si accompagna la paura di essere indesiderati.

Per un essere umano essere indesiderato dagli altri costituisce un grave pericolo di esclusione sociale e quindi di morte, a meno che non vi sia un certo numero di persone che dimostrano di desiderarlo. Al contrario, essere desiderato assicura la possibilità di interagire in modo da soddisfare una grande quantità di bisogni la cui soddisfazione dipende dalla cooperazione altrui.

[da continuare]

2016/10/19

Essere persona non grata

Ho l'inquietante sensazione di essere come gli altri non mi vogliono, e che per soddisfarli io debba fare violenza a me stesso, debba morire, e rinascere con una personalità che non mi piace.

2016/10/18

Il peccato originale civile

Anche nella sfera civile c'è un peccato originale che riguarda tutti gli esseri umani. Il fatto di essere nati homo sapiens, cioè un animale completamente dipendente dagli altri, implica dei doveri verso il prossimo, che tendiamo a disattendere per amore della nostra libertà individuale.

Non si fa mai abbastanza per il bene comune perché ancora di più ci interessa quello personale. Soprattutto, si fa troppo poco per combattere i mali della società e le loro cause. Per questo siamo costantemente nel peccato civile e, per evitare l'angoscia che esso ci provoca, lo rimuoviamo nell'inconscio.

Tuttavia, dal momento che i mali della società sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo fare a meno di accusare qualcun altro di esserne responsabile. Viviamo quindi in una situazione di falsità permanente, cercando di dimostrare di avere più meriti che demeriti rispetto alla società e di non essere corresponsabili dei suoi mali,

Vedi anche Il problema (e la paura) della responsabilità.

2016/10/17

Il problema (e la paura) della responsabilità

Il concetto di responsabilità è uno dei più problematici per l'umanità. Su di esso si basano l'etica, la politica e le dinamiche interpersonali. Essere responsabili di una situazione significa, infatti, avere avuto o avere ancora il potere e la libera volontà di determinarla nel bene o nel male.

L'Uomo tende ad assegnare ad una o più persone la responsabilità di qualunque cosa accada al mondo ad eccezione dei fenomeni puramente naturali. Molti pensano, infatti, che tutto ciò che accade avvenga per volontà di qualcuno, cioè di un essere umano o gruppo di esseri umani, oppure di Dio o altra entità spirituale.

Il desiderio di influenzare gli altri

Ognuno vorrebbe influenzare il comportamento altrui in senso direttivo e limitativo. Cioè ognuno vorrebbe che l'altro faccia certe cose che a lui piacciono e non certe altre che a lui dispiacciono. E ognuno usa i mezzi e le risorse a sua disposizione per spingere o costringere l'altro a comportarsi secondo i propri desideri. Il senso del potere e tutto qui: poter determinare il comportamento altrui secondo i propri desideri. Chi ci riesce è potente, chi non ci riesce impotente.
Si tratta però di un desiderio che molti non ammettono e rimuovono nell'inconscio.

2016/10/16

Portatori abituali di ostilità

Ci sono persone che hanno una permanente carica di negatività (frustrazione, odio, rabbia, paura, aggressività ecc.) che cerca e coglie qualsiasi occasione per esprimersi. Tali persone sostengono che le proprie reazioni emotive siano causate da particolari circostanze, persone o eventi a loro esterni e ostili. In realtà quelle presunte cause sono solo pretesti per giustificare il malumore, il disagio e l'ostilità accumulati precedentemente. È difficile che uno ammetta di essere portatore abituale di ostilità.

Cooperazione vs. competizione

I rapporti umani sono segnati da due opposte tendenze naturali: l'istinto di cooperazione (senza il quale la specie umana si estinguerebbe) e quello di competizione, senza il quale non ci sarebbero progresso tecnologico, né, dittature, né guerre.

Cosa può vincere una paura

Una paura può essere vinta solo da una paura più grande o da un incentivo più potente.

2016/10/13

Il potere socializzante della musica

Quando riascolto una musica che ho ascoltato insieme con altre persone con cui ho un buon rapporto, è come se quelle persone fossero di nuovo vicine a me durante l'ascolto. Questo è uno dei poteri della musica, costituire un rito e una conferma di appartenenza sociale che corrisponde ad un bisogno umano primario.

I miei sentimenti, la mia volontà e i miei bisogni

I miei sentimenti, le mie emozioni, le mie allegrie, le mie tristezze, i miei entusiasmi, le mie euforie, le mie paure, i miei coraggi, i miei sconforti, le mie motivazioni ecc. sono causati da circostanze ed eventi dipendenti dalla mia persona (oltre che dal comportamento altrui) ma indipendenti dalla mia volontà. Io posso tuttavia cercare di capirne le cause, prendere decisioni e agire al fine di modificare sia le circostanze e gli eventi che causano i miei sentimenti, sia la mia mappa cognitivo-emotiva (in cui sono programmate le mie reazioni emotive), nei tempi e nei modi possibili, necessari e appropriati al fine di soddisfare i miei bisogni in modo più "soddisfacente".

2016/10/11

Ragioni e punti di vista

Ognuno ha ragione dal suo punto di vista. Perciò l'importante non è avere ragione, ma avere un punto di vista più alto.

Meditazione decisionale

In ogni momento noi scegliamo cosa fare e non fare, cosa pensare e non pensare, dove rivolgere la nostra attenzione e dove non rivolgerla. Lo facciamo spontaneamente, cosciamente o inconsciamente, senza seguire un metodo particolare. Mi chiedo se non sia possibile definire un metodo per prendere decisioni e fare scelte in modo più efficace, più utile, ovvero più soddisfacente rispetto ai nostri bisogni e fini innati e acquisiti.

La libertà fondamentale

La libertà fondamentale di un essere umano è quella di scegliere dove guardare e con chi o cosa interagire. Tale libertà è limitata dalle sue paure consce e inconsce che gli sottraggono una quantità di opzioni.

Onestà e politica

Non dobbiamo chiedere ai politici di essere onesti (una pia illusione) ma agli onesti di occuparsi di politica dopo aver dimostrato di esserne capaci. Finché gli onesti si tengono fuori dalla politica limitandosi ad inveire contro i politici disonesti, questi continueranno indisturbati a fare i loro giochi.

Idee mattutine

Le mie idee migliori mi vengono al mattino, appena sveglio, prima di aprire gli occhi.

Servi, padroni e libertà

L'Uomo ha bisogno di servi e padroni, e della libertà di scegliere gli uni e gli altri. Servo è tutto ciò che ci può servire, padrone tutto ciò che ci può guidare e deresponsabilizzare: materie, oggetti, persone, idee, bisogni, passioni, religioni.

2016/10/10

La comunicazione creativa negata

La difficoltà di comunicare in modo creativo da parte di quasi tutti gli esseri umani

Gli esseri umani mi sembrano fortemente limitati nelle loro capacità di comunicazione con persone al di fuori della loro cerchia di familiari, amici, colleghi, clienti e fornitori. Ed anche all'interno di tale cerchia, la comunicazione mi sembra molto limitata sia nei tipi di temi trattati, sia nella profondità del trattamento.

Bisogni, fini e mezzi

Secondo me, un fine è una strategia per soddisfare un bisogno. In altre parole, prima viene il bisogno e poi il fine, e il secondo è un mezzo per soddisfare il primo. Il fine si traduce poi in uno o più bisogni di ordine inferiore rispetto al precedente, i quali danno luogo ad altrettanti fini.
Ogni fine costituisce quindi un mezzo per raggiungere uno o più fini di ordine superiore ovvero per soddisfare uno o più bisogni di ordine superiore rispetto a quello associato al fine stesso.
Il bisogno (e il conseguente fine) di ordine più alto, il primo in ordine filogenetico, è il bisogno di riprodursi che hanno i geni di ogni specie.


Fini, simpatia e antipatia. Ciò che regola i rapporti umani

Si interessano a me e mi trovano simpatico coloro che mi percepiscono come alleato rispetto ai propri fini. Al contrario, mi temono e mi trovano antipatico coloro che mi percepiscono come antagonista rispetto agli stessi fini. Anche io mi comporto così verso gli altri. I rapporti umani sono regolati dai fini di ognuno di noi e dalla nostra percezione conscia o inconscia dell'aiuto o impedimento che gli altri possono costituire per il raggiungimento dei fini stessi, i quali sono costituiti dai nostri bisogni primari e secondari, innati e acquisiti, consci e inconsci, autoprodotti e indotti dagli altri.

2016/10/09

Marvin Minsky sulla causalità

Si direbbe che il nostro cervello ci spinga a rappresentare delle dipendenze. Qualunque cosa accada, non importa quando o dove, siamo inclini a domandarci chi o che cosa ne sia responsabile. Questo ci porta a scoprire spiegazioni che altrimenti non riusciremmo a immaginare e ci aiuta a prevedere e a regolare non solo ciò che accade nel mondo, ma anche ciò che accade nella nostra mente. Ma se queste stesse tendenze ci spingessero a immaginare cose e cause che non esistono? In tal caso inventeremmo falsi dei e superstizioni, e ne vedremmo la mano in tutte le coincidenze casuali. In realtà, forse, quella strana parola “io”, come quando si dice “Io ho avuto una buona idea”, riflette la stessa identica tendenza. Se siamo costretti a trovare una causa che causi tutto ciò che facciamo, ebbene, questo qualcosa ha bisogno di un nome. Tu lo chiami “io”. Io lo chiamo “tu”.

Razionalità vs, irrazionalità

La razionalità serve a dividere un oggetto, persona o fenomeno in varie parti (o aspetti) e a studiare le relazioni e interazioni tra di esse nello spazio e nel tempo. L'irrazionalità tende invece considerare un oggetto, persona o fenomeno indivisibile, e ad attribuirgli proprietà assolute e immutabili.

2016/10/07

Referendum e cognizione della realtà

Non vi dico come voterò al referendum. Vi dico solo che sono disgustato dalla faziosità di tantissime persone che vedono solo vantaggi da una parte e svantaggi dall'altra. Fenomeno che dimostra quanto sia difettoso il cervello umano nella cognizione della realtà.

Manuale di autogoverno

Premessa sulla costituzione dell'essere umano e della sua mente

Io vedo l'essere umano come un organismo costituito da un complesso sistema di organi viventi (che io chiamo anche agenti) interconnessi e cooperanti attraverso lo scambio di sostanze chimiche, energie e informazioni. Tali scambi avvengono sia all'interno dell'organismo, sia con il mondo esterno, secondo programmi innati (cioè scritti nel codice genetico di ogni individuo) e acquisiti (come conseguenza delle particolari esperienze vissute da ciascuno). Tali scambi sono indispensabili per la vita e la riproduzione dell'Uomo.

2016/10/05

Nordkorea zwischen Führerkult und Autoscooter

Uno spaventoso documentario sull'indottrinamento di massa di un popolo.

Plasticità mentale e spirito critico

La plasticità mentale diminuisce con l'età. È altissima nei bambini, poi si riduce enormemente negli adulti, che sono limitati dall'educazione ricevuta, a meno che non siano stati educati ad avere uno spirito critico verso tutto e tutti.

2016/10/04

Il fine della vita

La mia modesta opinione: qualche miliardo di anni fa, quando è nata la prima forma di vita sulla terra, qual'era il fine di quegli esseri monocellulari? Secondo me solo quello di riprodursi, con varie strategie di riproduzione e trasformazione (questo è il senso dell'evoluzionismo darwiniano). Quando è nata la specie homo sapiens, il fine non è cambiato. Altri fini si sono aggiunti, ma come mezzi per raggiungere meglio il fine primario. Ogni fine è un mezzo per raggiungere un fine di ordine superiore.

Empatia: definizione e introduzione

http://www.stateofmind.it/tag/empatia/

Per migliorare la società

Per migliorare la società bisogna cominciare a studiare la natura umana con un approccio multidisciplinare, multifattoriale, eclettico e integrato, senza divisioni accademiche, riformare in tal senso le scienze umane e sociali, e diffonderle a tutti i livelli e in ogni spazio, a partire dalle scuole elementari.

2016/10/03

Organigramma del mio autogoverno

In qualità di direttore generale della mia persona, sono tenuto ad ascoltare le richieste dei miei direttori interiori. Perché ciò sia possibile, devo sapere chi sono e di cosa ognuno di loro si occupa.

Provo quindi a fare una lista dei miei direttori e delle rispettive aree di competenza:
  1. direttore della salute: salute fisica e mentale, terapia, alimentazione, evitamento del dolore, protezione, sopravvivenza, immortalità, spiritualità;
  2. direttore della comunità: rapporti con gli altri, relazioni, interazioni, appartenenze, unione, integrazione sociale, reputazione, solidarietà. cooperazione, amicizia, inimicizia, conformismo, gerarchia, empatia, gioco, educazione, etica, religione, responsabilità, colpa, vergogna, onore, disonore;
  3. direttore del potere: libertà, competitività, creatività, conoscenze, intelligenza, sicurezza, aggressività, difesa, offesa,  risorse materiali, economiche e mediali, controllo, potere politico ed economico, invidia, gelosia, dominio, possesso, guerra, armi;
  4. direttore dell'eros; sessualità, rapporti sessuali, riproduzione, erotismo, intimità;
  5. direttore della bellezza: bellezza, fascino, ordine, armonia, arte, musica, poesia, letteratura, pulizia, estetica, gusto, humour, fantasia, immaginazione, divertimento, novità, sorpresa.

Amici, nemici, indifferenti - La valenza amicale

Nella mia mappa cognitivo-emotiva, ad ogni essere umano che conosco o che posso immaginare, è associata una valenza amicale cioè una quantità di amicizia o inimicizia. Un valore di valenza amicale pari a zero corrisponde ad una perfetta neutralità sentimentale, un valore positivo corrisponde ad un sentimento di amicizia e un valore negativo ad uno di inimicizia.

2016/10/02

I miei direttori e l'interpretazione della loro volontà

Mi chiedo: cosa fare adesso? Se non sono soggetto a pressioni, e sono perciò libero di scegliere, decido di fare ciò che mi fa star meglio o allevia un mio disagio. E' come se dentro di me ci fossero una serie di giudici/padroni che esigono da me un certo comportamento e mi premiano (col piacere) quando li soddisfo e mi puniscono (col dolore) quando non li accontento. Il problema è che questi agenti, che io chiamo "i miei direttori" non mi dicono chiaramente cosa esigono da me, e io devo continuamente cercare di interpretarli o intuirli.

Ci sono momenti in cui le volontà dei miei direttori mi sono più chiare, altri in cui lo sono di meno o non lo sono affatto. In quest'ultimo caso mi conviene non fare nulla e restare in ascolto di segnali chiarificatori. Inoltre, sono sicuro che in certi momenti i miei direttori esigono che io mi riposi e non faccia nulla di particolare.

Succede spesso, inoltre, che le volontà dei miei direttori siano tra loro conflittuali. In quel caso il mio io cosciente, sede del mio libero arbitrio (ammesso che sia davvero libero) deve assumere il ruolo di "direttore generale" e stabilire quale dei miei direttori (che chiamo a questo punto "direttori dipartimentali") deve prevalere. Ancor meglio, il direttore generale deve cercare di trovare compromessi in modo da soddisfare, prima o poi, ognuno di essi, sapendo che, se uno non viene mai soddisfatto, prima o poi si dimetterà causando danni fisici e psicosomatici al mio organismo.

Vedi anche Manuale di autogoverno.

Scelta, libertà, opzioni, accessibilità

Gli esseri umani di distinguono per la loro possibilità di scegliere, cioè per le opzioni che hanno e quelle che sono loro negate. In altre parole, la libertà di una persona è proporzionale alla quantità e diversità delle opzioni ad essa accessibili e inversamente proporzionale alla quantità e alla diversità delle opzioni ad essa inaccessibili.

Cosa determina la libertà di un individuo, cioè le opzioni ed esso accessibili? Fattori esterni e interni. I fattori esterni sono costituiti da leggi dello stato, pressioni sociali e violenze da parte di altre persone. I fattori interni sono costituiti da problemi e disturbi mentali, tra cui l'ignoranza, la rimozione di bisogni e paure ingiustificate.

2016/10/01

Introduzione a Luigi Anepeta

"Ufficialmente medico, psichiatra e psicoanalista (non selvaggio, ma selvatico quanto basta a non farsi intrappolare nelle convenzioni di una scuola), nel mio intimo, mi considero un panantropologo, vale a dire un uomo che condivide con altri, del passato e del presente, la vocazione a capire l'umanità e il mondo che essa finora ha costruito nei suoi molteplici aspetti, soprattutto in quelli che appaiono oscuri, equivocabili e incomprensibili." [Luigi Anèpeta]

Psichiatra critico, impegnato da molti anni a costruire un modello psicopatologico interdisciplinare che comprenda e spieghi i nessi reciproci tra soggettività e storia sociale, dopo aver partecipato alla stagione antistituzionale, Luigi Anepeta si è dedicato alla psicoterapia, alla formazione di operatori e alla ricerca.

Luigi Anepeta su se stesso
Autobiografia intellettuale

Fini, mezzi, bisogni, strategie, etica

Nella mia visione del mondo ogni fine è un mezzo per raggiungere un fine di ordine superiore. Il fine ultimo (anzi, il primo in ordine logico) è quello insito nella natura umana, cioè la conservazione e riproduzione della specie umana, e più precisamente dei geni umani. Io chiamo questo fine "bisogno primordiale" e corrisponde al bisogno di riprodursi che hanno i geni di tutte le forme di vita e che si esprime attraverso un certo numero di "bisogni primari" o innati tipici di ciascuna specie.

Questo è il fondamento della mia etica, in quanto considero ogni attività umana una strategia o tattica per la soddisfazione dei bisogni primari.

Sia il bene che il male possono costituire strategie per soddisfare tali bisogni e ognuno sceglie o adotta l'uno o l'altro, anzi l'uno E l'altro in diverse dosi e combinazioni.

Ecco perché non ci può essere un'etica assoluta se non quella che si limita a dire che il bene è ciò che porta alla conservazione della specie umana e il male ciò che porta alla sua estinzione.

Ognuno si pone dei fini (ovvero dei mezzi o strategie, o bisogni secondari) per soddisfare i suoi bisogni primari, e la sua etica è relativa ad essi. In altre parole: per uno è bene tutto ciò che favorisce il raggiungimento dei suoi bisogni e male tutto ciò che li ostacola o frustra.

Credo anche che l'etica (intesa come morale) sia un fatto sociale, cioè che non abbia senso se non nell'interazione con altri esseri, e per questo motivo non può essere che negoziale, cioè risultante di un accordo o compromesso esplicito o implicito tra gli interessati. Se non è negoziale essa è imposta da un gruppo umano su un'altro. Ci sarebbe anche un'etica "ecologica" che riguarda il rapporto tra la specie umana e il resto dell'ambiente, ma di questa possiamo parlare altrove.

In conclusione, io credo sia eticamente doveroso, per il bene dell'umanità (cioè della specie umana) porsi il problema dell'etica e cercare continuamente di migliorarla (cioè renderla più efficace ed efficiente per la soddisfazione dei bisogni umani) negoziandola con gli altri.

Il mio "direttore" e l'interpretazione della sua volontà

Mi chiedo: cosa fare adesso? Se non sono soggetto a pressioni, e sono perciò libero di scegliere, decido di fare ciò che mi fa star meglio o allevia un mio disagio. E' come se dentro di me ci fosse un giudice/padrone che esige da me un certo comportamento e mi premia (col piacere) quando lo soddisfo e mi punisce (col dolore) quando non lo faccio. Il problema è che questo agente, che io chiamo "il mio direttore" non mi dice chiaramente cosa esige da me, e io devo continuamente cercare di interpretarlo o intuirlo.

Ci sono momenti in cui la volontà del mio direttore mi è più chiara, altri in cui lo è di meno o non lo è affatto. In quest'ultimo caso mi conviene non fare nulla e restare in ascolto di un segnale chiarificatore. Inoltre, sono sicuro che in certi momenti il mio direttore esige che io mi riposi e non faccia nulla di particolare.

Paura della resposabilità

Ci sono persone che hanno paura di chi, con le sue idee, le mette di fronte alle loro responsabilità.

2016/09/30

Join the Unified Psychotherapy Movement

https://www.psychologytoday.com/blog/theory-knowledge/201512/join-the-unified-psychotherapy-movement

The three big questions of philosophy

THE THREE BIG QUESTiONS OF PHILOSOPHY
https://www.psychologytoday.com/blog/theory-knowledge/201603/the-3-big-questions-philosophy

"Unfortunately, the golden age of philosophy has passed. The academy has instead moved into the age of empirical science (what do the data say?) and shallow economic utilitarianism (i.e., How can we maximize our wallets and our pleasures without harming others?). If there is any question about whether the waning of philosophy has taken a toll on our society, consider that in last night’s debate for the Republican nomination for the most powerful position in the world, the frontrunner took the time to assure us that he is well-endowed.

There is much emerging evidence that our shallow, unreflective systems of justification are threatening our very existence. As such, I hope there is a quick and profound return to reflecting on these questions with depth and sophistication."

Gabriele D'Annunzio: "LA PIOGGIA NEL PINETO"



Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Il gioco dell'apprezzamento

A turno, ognuno dice la cosa che gli piace di più e quella che gli piace di meno di ogni altro e di se stesso.

Il semplicismo di Beppe Grillo

La mia opinione è che Grillo commette gli stessi errori di tanti rivoluzionari, soprattutto quello di credere che la sua visione della realtà sia sufficiente a capire e a risolvere i problemi politici, economici e sociali. E' un grande semplificatore che non si rende conto che i problemi sono molto più complicati di come li vede lui e riesce a convincere della validità delle sue idee milioni di persone "semplici" e ingenue. In altre parole, Grillo non dice cose sbagliate se prese singolarmente, ma insufficienti a risolvere i problemi e pericolose in quanto potrebbero aggravarli a causa della eccessiva semplicità, ingenuità, incompetenza e quindi insufficienza della sua visione rispetto alla complessità della realtà sociale, che è dovuta alla complessità della natura umana. L'uomo ha paura della complessità, ne è angosciato e preferisce visioni riduttive (e perciò false) a verità complesse che non è in grado di capire a causa dei propri limiti intellettuali e delle sue emozioni che condizionano il suo intelletto. Soprattutto, l'uomo aborrisce idee che potrebbero responsabilizzarlo rispetto ai problemi della società. I colpevoli sono sempre gli altri.

On Making Judgments and Being Judgmental (from Psychology Today)

Article from Psychology Today

"someone is being judgmental when their judgments are power-driven, unempathetic, based on their own idiosyncratic values or tastes, overly based on other people’s character, and are closed, shallow, and pessimistic, and ultimately have the consequence of making the other person feel problematically diminished. "

2016/09/29

Ciò che sentiamo gli uni per gli altri

Ciò che sento per gli altri dipende da ciò che io credo gli altri sentano per me, e ciò che gli altri sentono per me dipende da ciò che gli altri credono io senta per loro.

Vedi anche Interdipendenza affettiva.

Interdipendenza affettiva

I membri di una famiglia, comunità, organizzazione di persone ecc., sono affettivamente interdipendenti nel senso che ognuno è sensibile, e risponde, al giudizio e all'affetto degli altri nei suoi confronti. In altre parole, i sentimenti di A verso B dipendono da come A percepisce i sentimenti di B verso A. Perciò A tende normalmente ad amare o apprezzare B se si sente amato o apprezzato da B, o ad odiarlo o disprezzarlo se si sente odiato o disprezzato da lui.
Può anche succedere che l'autostima di un membro del gruppo dipenda dalla sua percezione di come un altro lo stima nella misura della stima che ha per esso. Così, se A apprezza B e si sente da lui disprezzato, per effetto del meccanismo di risoluzione della dissonanza cognitiva e affettiva, ci possono essere due esiti: (1) A smette di apprezzare B e comincia a disprezzarlo, oppure (2) A continua ad apprezzare B ma comincia a disprezzare se stesso.

Vedi anche Ciò che sentiamo gli uni per gli altri.

2016/09/26

Idiocracy

Cosa vuole la gente?

E' molto difficile rispondere a questa domanda. E' già difficile rispondere alla domanda "cosa voglio io?" e dato che non vogliamo tutti le stesse cose, come si fa a capire cosa vogliono gli altri?

Credo comunque che per rispondere alla prima domanda devo prima capire cosa voglio io e poi le differenze e le affinità tra ciò che voglio io e ciò che vogliono gli altri.

Cosa voglio io?

Dato che appartengo ad un ceto sociale benestante, non desidero aumentare le mie ricchezze, e dato che godo di una salute soddisfacente, non desidero migliorare la mia salute. Essendo inoltre soddisfatto della mia intelligenza, della mia cultura e delle mie capacità, non ho nemmeno il desiderio di diventare ancora più intelligente, più colto e più capace. I miei desideri riguardano piuttosto la qualità dei miei rapporti con gli altri. In sostanza, vorrei avere più amici, essere più riconosciuto e più amato.

Cosa vogliono gli altri?

La prima cosa che mi viene in mente è che coloro che sono meno competitivi (in termini di ricchezza, salute e capacità) desiderano diventare più competitivi, cioè più ricchi, migliorare la propria salute e aumentare le proprie capacità personali. Per quanto riguarda i miei desideri, non so in quale misura essi siano condivisi dagli altri.

Avere più amici: chi ha molti amici non desidera averne di più.

Essere riconosciuti: chi è abbastanza riconosciuto non desidera esserlo ancora di più.

Essere amati: chi si sente amato non desidera esserlo ancora di più.

Alla domanda "cosa vuole la gente?" si potrebbe dunque rispondere: quello che ad essa manca, ovvero: soddisfare i suoi bisogni insoddisfatti.

Il problema diventa allora capire quasi siano i bisogni umani, e in quale misura "la gente" riesce a soddisfarli.

Vedi anche Pragmatica dei bisogni.

2016/09/25

I problemi della gente

Ogni essere umano ha i suoi problemi più o meno gravi. Il problema è che quasi tutti tendono ad occuparsi dei propri problemi, ma non di quelli altrui, che non conoscono né vogliono conoscere.

Fanno eccezione alcuni che, sbagliando, pensano che gli altri abbiano gli stessi loro problemi, o problemi particolari che invece quelli non hanno, mentre hanno problemi che essi non conoscono, e in certi casi non hanno problemi importanti.

Inoltre, molti non conoscono i propri problemi, credono di conoscerli ma sono in realtà diversi da quelli che credono di avere.

In questa problematica situazione, a causa del fatto che affrontare problemi è spesso doloroso, molti cercano di non pensare né ai propri, né a quelli altrui, distraendosi o occupandosi con attività impegnative.

E' così che i problemi dell'umanità restano per lo più irrisolti.

2016/09/24

L'arte del ciarlatano

L'arte del ciarlatano consiste nel prendere idee di successo e combinarle in modo nuovo, con parole nove, dando l'illusione di dire qualcosa di nuovo. Il problema è che la maggior parte delle idee di successo sono falsità e fantasie. Il segreto del successo del ciarlatano è dunque quello di inserire qualche perla d'incontestabile verità e saggezza tra le falsità e le fantasie. Lo stesso vale per gli autori delle sacre scritture di molte religioni.

L'arma vincente di ogni ciarlatano

L'arma vincente di ogni ciarlatano consiste nell'inserire qualche perla d'incontestabile verità e saggezza tra le falsità e le fantasie. Lo stesso vale per le sacre scritture di molte religioni.

2016/09/23

La paura inconscia della realtà

Dopo tanti anni di riflessioni e ricerche, sono arrivato a pensare che uno dei fattori principali che ancora oggi determinano il comportamento umano e le relative inibizioni e limitazioni, sia la paura inconscia della realtà.

Per realtà intendo tutto ciò che esiste oggettivamente e indipendentemente dalla sua percezione da parte di qualcuno. Per esempio, il sole è un elemento oggettivo della realtà, che esiste e funziona in un certo modo anche senza che gli esseri umani lo percepiscano, e anche se non esistessimo. Questo vale per ogni altra cosa materiale (masse, energie, informazioni), tra cui le forme di vita vegetali e animali, comprese quelle umane.

Realtà e mistero - Doppia mistificazione nel messaggio papale

Citazione da un articolo di Gianni Cardinale da Avvenire, 5 aprile 2015 (scaricabile da qui):

Il Papa: non abbiate paura della realtà

Nella Veglia pasquale l'invito a «entrare nel mistero».

Non si può «vivere la Pasqua» senza «entrare nel mistero». Perché non si tratta di «un fatto intellettuale», non è solo «conoscere, leggere...», ma «è di più, è molto di più!». Lo ha ricordato papa Francesco nell'omelia preparata per la solenne Veglia pasquale celebrata ieri sera nella Basilica Vaticana. Ed «entrare nel mistero» significa capacità di «stupore» e «contemplazione», richiede di «non avere paura della realtà», di «non chiudersi in sé stessi», di «non fuggire davanti a ciò che non comprendiamo», di «non chiudere gli occhi davanti ai problemi», di «non eliminare gli interrogativi...». «Entrare nel mistero», ha riflettuto il Papa, significa andare oltre «le proprie comode sicurezze», e mettersi alla ricerca «della verità, della bellezza e dell'amore». Per «entrare nel mistero» ci vuole poi l'«umiltà» di «abbassarsi», di scendere dal piedistallo «del nostro io tanto orgoglioso», di «ridimensionarsi», riconoscendo quello che effettivamente siamo: dei «peccatori bisognosi di perdono». E per «entrare nel mistero» ci vuole «svuotamento delle proprie idolatrie» e «adorazione». Perché «senza adorare» non si può «entrare nel mistero».

Questo discorso si può riassumere nei seguenti punti:

Tipi di aggressività

Esistono vari di aggressività tra cui:
quella che l'animale usa su un'altro per nutrirsene o sfruttarlo;
quella che l'animale usa per dominare il branco e/o il territorio;
quella che l'animale usa verso un altro da cui si sente minacciato.
Lo stesso vale per l'aggressività dell'uomo sull'uomo,

2016/09/22

Pensare di meno?

Il nostro modo di pensare, i contenuti dei nostri pensieri possono essere più o meno sani, ovvero realistici, utili al nostro benessere e al raggiungimento dei nostri fini, e tali da permettere una convivenza pacifica e cooperativa con gli altri. Tuttavia, poche sono le persone che si interrogano sulla qualità dei propri pensieri, e ancora meno quelle che cercano di migliore il proprio modo di pensare mediante strumenti come lo studio, la riflessione o la psicoterapia.

Esistono tendenze ideologiche religiose o spiritualistiche che considerano il pensare (ovvero il ragionare)  un ostacolo alla crescita spirituale e al benessere personale, e invitano i propri seguaci a "pensare di meno" con l'aiuto di particolari tecniche di meditazione (o preghiera) e una letteratura orientata in tal senso.

Le pratiche di riduzione del pensiero hanno un certo successo, cioè alleviano effettivamente i disagi di chi le pratica. Ciò è coerente col fatto che, ad una persona esclude che i propri pensieri siano migliorabili, non resta che la scelta tra pensare o non pensare a certe cose. Ne consegue che a chi sa di pensare in modo non sano e non ha intenzione né la capacità di migliorare il proprio modo di pensare, conviene effettivamente pensare il meno possibile.

Come superare il relativismo etico ed epistemologico

Per me il relativismo (epistemologico e/o etico) si supera con la definizione del fine. Se ci poniamo un fine qualsiasi (difficile non farlo) allora il buono e il cattivo, il vero e il falso, il sufficiente e l'insufficiente possono essere determinati rispetto al raggiungimento di quel particolare fine. In altre parole, senza prima definire un fine (o un insieme di fini) non ha senso fare valutazioni.

Distinguere la buona dalla cattiva filosofia

Un mio amico mi ha chiesto: chi può giudicare e distinguere e in base a quali parametri la buona e la cattiva filosofia?

La mia risposta è che ogni essere umano può farlo se vuole e i parametri li può decidere egli stesso. Aggiungo che per me farlo è un dovere morale. Mi aspetto allora una obiezione del tipo: ma così sarà il caos perché ognuno avrà una diversa idea del bene e del male e ci sarà qualcuno che cercherà di imporre agli altri le sue idee in proposito.

Blog di Bruno Cancellieri