2014/09/19

Sulla selezione delle informazioni

Il mondo attuale è caratterizzato (anche) da una sovrabbondanza di informazioni dovuta alla diffusione dei mass-media e di Internet in particolare. Attraverso il web, infatti, ognuno ha accesso gratuitamente ad una massa sterminata di informazioni in varie forme: notizie, saggi, libri, blog, commenti, recensioni, consigli, foto, audio, video ecc.

Tuttavia, con l'aumentare della quantità di informazioni disponibili diventa sempre più difficile selezionare le informazioni di cui abbiamo bisogno, ovvero che potrebbero esserci utili o da cui potremmo ricavare piacere, in quanto costituiscono una frazione infinitamente piccola del totale e sono disperse, praticamente nascoste, come aghi in un pagliaio senza limiti.

D'altra parte, una enorme quantità di informazioni a cui abbiamo attivamente o passivamente accesso è stata prodotta e viene messa a disposizione di tutti più per soddisfare gli interessi dei loro autori, produttori e dei loro clienti, che quelli dei potenziali fruitori. Mi riferisco all'informazione pubblicitaria commerciale (palese e occulta) e a quella "ideologica" il cui scopo è convincere i lettori, della validità di certe idee politiche, filosofiche, religiose, o di certi autori, artisti, politici, opere, prodotti, attività ecc.

Non esistono strumenti che permettono di selezionare l'informazione "buona" da quella inutile o dannosa nel mare magnum del patrimonio informativo accessibile a tutti. Questo infatti è miscuglio caotico e concorrenziale, in quanto ogni pezzo di informazione compete con tutti gli altri, con maggiore o minore impiego di mezzi di diffusione, per ottenere l'attenzione dei potenziali fruitori.

Nell'ottica di concepire degli strumenti di selezione dell'informazione, la prima cosa da fare è stabilire quale tipo di informazione sia "buona" per il suo fruitore, indipendentemente da quanto lo è per il suo produttore. Ciò è difficile a causa del fatto che poche persone sono in grado di stabilire cosa sia buono per loro e lasciano che siano altri a stabilirlo, come la cultura dominante, gli educatori, le religioni, la demagogia, la pubblicità ecc.

Come risolvere il problema?

Non credo sia realizzabile un sistema di classificazione universale in cui localizzare le informazioni potenzialmente utili, anche perché la psicologia, che dovrebbe determinare i criteri di utilità per l'uomo in senso lato, non è ancora sufficientemente evoluta né sembra che stia procedendo in tale direzione.

Credo invece che il problema della selezione dell'informazione sia parzialmente risolvibile mediante un lavoro cooperativo di "meta informazione", a cura di persone motivate a contribuire al progresso civile, che, ad oggi, sembrano purtroppo essere un'esigua minoranza della popolazione mondiale.

Immaginiamo che queste persone formino un social network e che ognuna di esse possieda uno spazio web in cui condivide i riferimenti a informazioni che gli sono state utili o che gli hanno dato piacere. Ciò non è molto diverso dal pubblicare pensieri o link in Facebook, ma si tratterebbe di farlo in modo più sistematico, formale e stabile, cioè meno volatile. Per esempio ognuno potrebbe costruire un indice analitico delle informazioni e fonti di informazione preferite e raccomandabili. Questo darebbe importanza alla qualità delle informazioni più che alla loro attualità.

Riassumendo, la soluzione consiste nella condivisione (mediante appositi spazi web) di meta informazioni miranti a segnalare e raccomandare contenuti di buona qualità, da parte di persone motivate al progresso umano e collegate in uno o più social network (di tipo generalista come Facebook o legati ad interessi o aree tematiche particolari).

Nessun commento:

Posta un commento

Blog di Bruno Cancellieri