2014/01/29

Il conflitto tra bisogni di appartenenza e di libertà

Mentre mi accingo a scrivere questa riflessione, sento che dentro di me si combattono due forze opposte. L’una mi spinge ad integrarmi nella società così com’è e quindi a comportarmi in modo da essere accettato dagli altri, l’altra, che considera la società opprimente e malata, mi spinge a sottrarmi alle restrizioni imposte dalla società stessa, e a fare qualcosa per migliorarla correggendone errori e difetti, e quindi a comportarmi in modo diverso dalla norma o in contrasto con essa.

Il conflitto tra queste due forze mi ha provocato in passato e continua a provocarmi stress, inquietudine, insoddisfazione, frustrazione e sofferenza, ed un comportamento spesso incostante, incoerente, inibito e inconcludente. Esso influenza anche la scrittura di questo documento, il quale può avere una valenza sociale integrante o disintegrante, a seconda delle considerazioni e valutazioni di tipo etico-politico che da esso emergono, e, in particolare, del grado di critica sociale che il documento esprime e dell’accettazione di cui è oggetto da parte della società.

Mentre scrivo, qualcosa nel mio inconscio si chiede se quello che sto scrivendo mi avvicina o allontana dagli altri, e se la risposta è “mi allontana dagli altri” allora tendo a sentirmi triste e depresso e la mia voglia di scrivere viene inibita così come la mia creatività. Al tempo stesso, qualcos’altro nel mio inconscio si chiede se quello che sto scrivendo è conformista/conservatore oppure anticonformista/progressista, e se la risposta è “conformista/conservatore” anche in questo caso mi sento triste e depresso e la mia voglia di scrivere e la mia creatività vengono inibite.

Io credo che tra le due forze, quella che mi spinge verso l’integrazione sociale sia radicata negli strati più profondi dell’inconscio mentre la forza che mi spinge verso l’anticonformismo progressista sia radicata negli strati più coscienti della mente, cioè nell’io. E direi che nell’evoluzione umana la spinta all’integrazione sociale sia filogeneticamente più antica e quella al progresso, più recente.

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Blog di Bruno Cancellieri